sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare
DAGOREPORT
Cosa potrebbe succedere se venisse approvata dal parlamento la riforma costituzionale della meloni che prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio e lo svuotamento dei poteri del presidente della Repubblica con la nomina e revoca dei ministri e lo scioglimento delle Camere in capo al premier? Semplice: Sergio Mattarella fa gli scatoloni e se ne va.
MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI A CERNOBBIO
Il disegno di legge costituzionale, che potrebbe arrivare in consiglio dei ministri a metà ottobre, porta la firma della ministra delle Riforme, Maria Elisabetta Casellati, ma il testo appartiene alle meningi del sottosegretario Alfredo Mantovano, con lo zampino di Fazzolari, quindi rivista dalla Ducetta.
L’azzimata Casellati intanto non dimentica di appartenere a un partito moderato come Forza Italia e ricorda le parole di Antonio Tajani ("Il premierato non annullerebbe la figura del presidente della Repubblica”) e quindi ha pensato bene di bussare alle porte del Colle.
gianfranco astori giovanni grasso foto di bacco
Per il segretario generale Ugo Zampetti e dal consigliere Gianfranco Astori, la “rivoluzione” costituzionale della Meloni può andare a farsi fottere perché metterebbe fuori gioco, stravolgendola, l’unica istituzione che funziona in questo disgraziato Paese, ovvero il presidente della Repubblica. E la replica è stata chiara e netta: se dovesse passare così come è stata formulata - ma va detto che tutti ne dubitano – il Capo dello Stato si dimetterà. Punto.
I due cardini su cui il Quirinale non transige sono ovviamente la nomina e revoca dei ministri e lo scioglimento delle Camere in capo al premier. Comunque se ne parla dopo il voto delle Europee, giugno 2024. Quel che è certo è che la maggioranza dei due terzi (266 a favore alla Camera e 133 al Senato) è impossibile perché i numeri non ci sono: Fratelli d’Italia (118 e 63); Lega (66 e 29); Forza Italia (44 e 17), Noi Moderati (10 a Montecitorio) e renziani (10 e 6).