E’ INCREDIBILE COME FAZZOLARI, “GENIO” GUIDA DI GIORGIA MELONI, INSISTA SULLA TASSA SUGLI EXTRA PROFITTI DELLE BANCHE, CUI AGGIUNGE ANCHE LE ASSICURAZIONI. MALGRADO L’ALZATA DI SCUDI DI FORZA ITALIA, A DIFESA DEL FORZIERE DELLA BERLUSCONA BANCA MEDIOLANUM, ‘’FEZ-ZOLARI’’ ERA PRONTO A SQUADERNARE LA SUA IDEA DI “IMPOSTA” VERSO GLI “USURAI” DEL CREDITO AL PROSSIMO VERTICE DI GOVERNO, IN AGENDA DOMANI. MA SALVINI HA PUNTATO I PIEDINI SULLE NOMINE DELLA RAI E CON L’AUSILIO DI TAJANI STA COSTRINGENDO LA MELONA A DERUBRICARE IL SUO BLITZ A UN SALUTO DI BUONE VACANZE. SE NE RIPARLERÀ A SETTEMBRE - E PENSARE CHE IN EUROPA NON È SUCCESSO NIENTE DI TRAGICO QUANDO I VARI GOVERNI HANNO LEGIFERATO UNA TASSA AGLI ISTITUTI DI CREDITO. MA ANZICHÉ IMPORRE L’IMPOSTA NOTTETEMPO, A INSAPUTA DELLE BANCHE CENTRALI E DEGLI ORGANI DI RAPPRESENTANZA, COME INTENDONO FARE I DUCIONI DEL “QUI COMANDO IO!”, È STATO SUFFICIENTE APPLICARE QUELLA CULTURA DEL POTERE CHE VUOLE IL DIALOGO, PREVEDE UNA TRATTATIVA PER SFORNARE INFINE UN COMPROMESSO. ECCO COME È STATA APPLICATA...

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DAGOREPORT

meloni fazzolari meloni fazzolari

E’ incredibile come il capataz di Palazzo Chigi, Giovan Battista Fazzolari, “genio” riconosciuto di Giorgia Meloni, insista sulla tassa sugli extra profitti delle banche, cui aggiunge anche le assicurazioni.

 

Davvero incredibile l’ostinazione dell’ex dirigente di seconda fascia della Regione Lazio (fino al 2018), malgrado l’alzata di scudi di Forza Italia, partito alleato della maggioranza di governo di “proprietà” di Marina e Pier Silvio Berlusconi, i quali tra i tanti interessi ereditati dal loro defunto papà si sono ritrovati in cassaforte la gallina delle uova d’oro di Banca Mediolanum.

GROS PIETRO CARLO MESSINA URBANO CAIRO GROS PIETRO CARLO MESSINA URBANO CAIRO

 

(L'editoriale sul Corriere di ieri di Daniele Manca, molto critico sulla politica del governo della Ducetta della Garbatella è stato letto nei palazzi romani come un avviso di Urbano Cairo, da sempre molto sensibile al mood delle grandi banche milanesi, da Unicredit a Intesa).

 

pier silvio marina berlusconi pier silvio marina berlusconi

Raccontano le malelingue di Palazzo Chigi che Fez-zolari era pronto a squadernare la sua idea di “imposta” verso gli “usurai” del credito nell’ultimo vertice di governo prima del rompete le righe ferragostane, in agenda domani. Piatto forte e indigesto da cucinare, le nomine della Rai.

 

Ma Salvini ha puntato i piedini, e con l’ausilio inaspettato di Tajani, che vede sempre più in bilico la poltrona di presidente della sua Simona Agnes, sta costringendo la premier Meloni a derubricare il vertice di domani a un innocuo saluto di buone vacanze. C’è troppa carne dura da cuocere sul fuoco. Se ne riparlerà a settembre.

 

tajani salvini tajani salvini

E pensare che in Europa non è successo niente di tragico quando i vari governi hanno legiferato una tassa agli istituti di credito: ma anziché imporre l’imposta nottetempo, a insaputa delle banche centrali e degli organi di rappresentanza, come intendevano fare i Ducioni del “Qui comando io!” è stato sufficiente applicare quella cultura del potere che vuole il dialogo, prevede una trattativa e magari trova un compromesso finale. Ecco come è stata applicata nei maggiori Stati europei, secondo l’agenzia Agi.

 

FEZ-ZOLARI - MEME BY DAGOSPIA FEZ-ZOLARI - MEME BY DAGOSPIA

Tassa sugli extraprofitti delle banche, come funziona in Europa

AGI - L'Italia è soltanto uno degli ultimi Paesi in Europa ad aver introdotto una tassa sugli extra-profitti delle banche per aiutare i titolari di mutui. Dalla Spagna alla Lituania, dalla Repubblica ceca alla Svezia, sono tanti gli esecutivi che hanno deciso di intervenire sul boom di utili determinato dall'aumento dei tassi d'interesse avviato dalla Bce per raccogliere soldi da destinare a famiglie e imprese in difficoltà. E anche dove l'imposta non è stata introdotta il dibattito pubblico non ha mancato di soffermarsi sul tema, come in Gran Bretagna o in Francia, dove esistono però altre misure a tutela dei possessori di mutui e dei correntisti. -

 

Spagna

extraprofitti - le banche che non pagano la tassa - la Repubblica extraprofitti - le banche che non pagano la tassa - la Repubblica

L'obiettivo del governo è raccogliere 3 miliardi di euro entro il 2024 dalla tassa sulle banche approvata lo scorso anno. Il balzello impone un onere del 4,8% sul reddito netto da interessi e da commissioni nette al di sopra degli 800 milioni di euro. La prima rata è stata pagata a febbraio e a essere colpiti sono stati soprattutto gli istituti di credito che si concentrano sul mercato domestico. CaixaBank, il più grande istituto di credito spagnolo per depositi, ha dichiarato che l'imposta è costata 373 milioni di euro, pari al 44% dell'utile netto di 855 milioni di euro registrato nel primo trimestre.

 

La percentuale è stata ancora più alta per Sabadell, che possiede la banca britannica Tsb ma ha la maggior parte delle sue attività in Spagna. L'esborso è stato di 157 milioni di euro, pari al 77% dell'utile del primo trimestre. Le due maggiori banche spagnole per capitalizzazione di mercato, Santander e Bbva, che hanno operazioni internazionali molto più ampie, sono state invece colpite meno.

 

Francia

GIORGIA MELONI - TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE - VIGNETTA DI GIANNELLI GIORGIA MELONI - TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE - VIGNETTA DI GIANNELLI

Emmanuel Macron ha dichiarato che le aziende con più di 5.000 dipendenti dovrebbero condividere maggiormente i loro profitti "eccezionalmente elevati" con i dipendenti, invece di procedere a buyback. Il presidente ha pero' anche escluso la possibilità di una tassa sugli extra-profitti. Va tuttavia segnalato che le banche francesi sono soggette a una legge antiusura che limita il ritmo di crescita trimestrale del costo dei prestiti. La Francia ha anche un programma di risparmio regolamentato, che rappresenta poco meno del 20% dei depositi bancari, con un rendimento legato all'inflazione che si adegua più rapidamente dei tassi sui prestiti.

 

Gran Bretagna

Londra non ha introdotto una tassa sulle plusvalenze bancarie, ma dal 2011 applica un'imposta sugli attivi del bilancio globale degli istituti britannici e a quelli collegati alle operazioni in Gran Bretagna di banche straniere

 

Germania

Il reddito netto da interessi delle banche tedesche è aumentato tra il 50% e il 70% rispetto ai minimi dell'era Covid. Il balzo ha acceso un ampio dibattito pubblico sulla possibilità di tassare gli extra-profitti, ma il ministro delle Finanze, Christian Lindner, ha escluso un intervento.

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