DAGONEWS
Stavolta è toccato a Davide Casaleggio salvare il governo. Infuriato per le dichiarazioni di Tria, fatte coraggiosamente dopo lo schianto in Sardegna, Luigi Di Maio ha inviato un messaggino a Rocco Casalino: avvisa Conte, voglio far fuori il ministro del Tesoro. Rocco lo gira al vero capo e proprietario del Movimento, Casaleggio junior, che boccia subito l'idea.
Per la prima volta, Tria si trova davvero blindato. Non solo da Mattarella, ma anche dall'appoggio incondizionato di Salvini. Perché si è schierato a favore della Tav, certo, ma pure perché ora che nei consigli dei ministri non c'è più Savona, Tria si trova sempre in perfetto accordo con il sottosegretario Giorgetti. Che dopo il risultato sardo ha passato molto tempo al telefono con il leader leghista, a parlare del futuro del governo.
LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO
Che succederà di questo esecutivo sempre più traballante, mentre il povero Giggino promette a tutti che sarà ''capo politico'' e in sella al ministero per altri 4 anni?
Nella Lega c'è una consapevolezza: l'economia non migliorerà a breve, anzi andrà peggio. E sarà proprio questo nodo che renderà inconciliabile la promessa di Salvini a Di Maio sulla durata della loro alleanza. Ci sono tre date chiave da tenere d'occhio: l'11 aprile, quando sarà presentato il DEF (Documento di Economia e Finanza) con l'''anteprima'' della Legge di Bilancio; il 26 maggio, giorno del voto europeo; il 1 giugno (o giù di lì), quando l'Istat diffonderà i dati sul primo trimestre 2019.
giovanni tria giancarlo giorgetti
Se i numeri dovessero essere peggio delle attese, e se il M5S ottenesse un risultato vicino al 20% all'Europarlamento, scatterebbe la fase ''responsabile'' del felpato: una lettura brutale dei numeri, e un piano di rilancio dell'economia che dia anche il segnale alla parte produttiva del Paese che il blocco grillino agli investimenti non può continuare. I due partiti dovranno ammettere che le loro idee sul futuro sono divergenti in modo ''inconciliabile'', come nei moduli precompilati dei divorzi americani. A quel punto le idee dei due partiti saranno talmente divergenti che la rottura sarà inevitabile…
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