giorgia meloni giancarlo giorgetti
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
Appena 18 righe per chiedere all’Europa di rinunciare alla lotta all’evasione. Almeno nelle modalità concordate nel Pnrr all’epoca del governo Draghi: ridurre di 2,7 punti il tax gap, la propensione all’evasione in Italia misurata dalla differenza tra imposte incassate e imposte attese. Si tratta di 10-15 miliardi per passare dal 18,5% del 2019 - tra le percentuali più alte in Ue - al 15,8% alla fine del prossimo anno.
Questo era scritto nel Pnrr. Ma il governo Meloni ferma tutto. E infila la richiesta di stop tra le 144 modifiche al Pnrr ufficializzate dal ministro Raffaele Fitto il 27 luglio. Mettendo così in salita il confronto con Bruxelles. Perché la lotta all’evasione era stata aggiunta all’ultimo, dietro pressione della Commissione, come clausola di garanzia per la buona riuscita del Piano.
matteo salvini e giorgia meloni
Quasi un’assicurazione che l’Italia - al top per evasione dell’Iva in Europa, 100 miliardi di tasse non riscosse all’anno, 1.153 miliardi di cartelle nel magazzino fiscale di cui appena 114 miliardi recuperabili - fa sul serio. Un test di affidabilità. E invece ora Palazzo Chigi cambia a sorpresa strada. E in quelle 18 righe scrive che «vi sono alcune ragioni oggettive che suggeriscono la modifica del target».
Ne cita solo una: «La crisi di liquidità delle imprese» che «può incidere negativamente sulla regolarità dei versamenti tributari». […] lo stesso governo che […] esalta i numeri dell’economia italiana […] ora invece dice di non essere in grado di abbassare di tre punti scarsi il tax gap portandolo al 15,8% nel 2024, ovvero di recuperare 10-15 miliardi di tasse, perché la stessa economia zoppica. Lo fa senza peraltro indicare una chiara e plausibile alternativa […]
[…] è evidente che la richiesta di cambio dell’indice a Bruxelles dovrà essere motivata con ben più di 18 righe. Il confronto alla fine sarà molto più politico che tecnico. […] il governo Meloni sin dalla sua prima legge di Bilancio non ha fatto altro che occhieggiare all’evasione […] Dai dodici condoni in manovra, poi diventati tredici, alla delega fiscale piena di sanatorie, concordati preventivi, adempimenti collabora tivi. Dalla battaglia sulla soglia del contante e la non obbligatorietà del Pos alla lotta all’evasione verso i piccoli letta dalla premier come «pizzo di Stato» […] Con […] Salvini, che non perde occasione per invocare stralci, rottamazioni, pulizie tombali delle cartelle […]
ITALIA - LE TASSE DAL 2015 AL 2024