Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”
SARAH LAHOUASNIA E ALESSANDRO DI BATTISTA
Ma Dibba fa sul serio? Con personaggi come lui è benvenuto un supplemento di cautela. E quindi occorre sapere che è dall'autunno almeno che va e viene questa storia della scissione. Era novembre quando in uno dei tanti e caotici appuntamenti a cinque stelle, anche solo per "partecipare", l'ex deputato e intermittente viaggiatore esotico Alessandro Di Battista pose sei condizioni, che suonavano tante anche allora, ma di cui oggi si è perso anche il ricordo. Di nuovo: bisogna credergli? Boh.
La pancia grillina lo adora, ma l'altro giorno, mentre il povero Conte era ridotto a elemosinare voti, ha postato su Instagram l'ennesima inconfondibile immagine: lui e la moglie seduti per terra, una tovaglia sul pavimento e una cartocciata di prosciutto crudo: «Uno dalla zia, l'altro che dorme... e noi picnic in salotto».
Faccione appagato in primo piano e moglie che fa il segno di vittoria, per un totale di 17 mila like. Ognuno, è chiaro, concepisce la propria vita come gli pare. Il punto di novità o di rottura è che in pochi altri come in Dibba l'impegno politico coincide con l'autorappresentazione, ciò che ne fa il più grande attore, sognatore, aspirante eroe e quotato influencer dell'odierno paesaggio visivo e post-ideologico.
Il multiforme accumularsi dei ruoli apparenti, ciascuno dei quali a sua volta genera ulteriori varianti social (papà, atleta, amico del pueblo), presuppone un'indispensabile carica di narcisismo ultrapiacione, ma soprattutto gli assicura un'ampia e per certi versi addirittura portentosa capacità di attrarre curiosità, in mancanza della quale non si starebbe qui a scriverne in questi termini azzardati.
Sia che lanci una campagna sul riciclo dei giocattoli o che stracci in diretta tv un mazzetto di franchi africani, cameriere nella pensione del cugino, falegname costruttore di trottole, direttore di collane editoriali, mancato autore di un libro su Bibbiano e riuscito coach di un corso per giornalisti (185 euri), il dato performativo rischia di oscurare la sostanza e la continuità del suo operato.
È un uomo sincero e ha tutte le ragioni, anche se forse è sconsiderato dirlo, quando fa presente ai cinque stelle tristemente ministerializzati che poteva "pretendere" poltrone, ma ha preferito di no. Forse è anche un fatto di inquietudine romantica, forse davvero gli "scottano i piedi", come ha scritto, così ogni tanto si scoccia e parte per le periferie del mondo, Centroamerica, Persia.
Però anche quando non parte dice lo stesso che deve partire: l'Africa (questo per la verità è piuttosto comune nella vita pubblica italiana) o l'India, per studiare il fenomeno Bollywood. In viaggio invia degli articoli interminabili e realizza dei documentari che la critica titolata di solito giudica malissimo, "meglio Pechino Express" o "Turisti per caso". Il fatto che Dibba abbia il dono e/o il guaio di accendere l'altrui fantasia fa sì che sulla sua figura si addensino, fin da quando aspirava al cast di "Amici" e faceva l'animatore nei villaggi turistici col soprannome "Cuore di panna", una considerevole quantità di sintomatiche definizioni.
alessandro di battista allo stadio con sciarpa della lazio
Se Salvini l'ha classificato un "chiacchierone tropicale", l'elenco contempla "Che Guevara di Roma Nord", "Italo Balbo equosolidale" o "la versione italiana e maschile di Evita Peron" (by Panebianco). Fuori dal campo più immediatamente politico, ai confini della satira Luca Bottura l'ha fulminato: "Ragazzo immagine di se stesso". In questo privilegia un registro voluttuosamente epico e letterario: «Ho annodato braccialetti in strada a Buenos Aires, ho pescato aragoste a Panama, venduto orecchini a Valparaíso, aiutato gli ambulanti di frutta secca a Santiago, caricato sabbia sui camion in Honduras...».
Rispetto a tutto ciò la scissioncina dell'esausto MoVimento sembra, in tutta onestà, un compito niente affatto allettante. Rapporti con Grillo, vai a sapere. Quelli con Di Maio, nell'ormai pazzotico serraglio, buttano sull'indecifrabile discontinuo, un giorno amiconi, un giorno potenziali nemici. Tutto è sempre molto complicato quando le idee non ci sono più e contano solo i caratteri.
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