Michele Di Branco per “Il Messaggero”
Rider, ma con contratti di lavoro regolari. Just Eat, multinazionale che fa parte di Just Eat Takeaway.com, ha annunciato che da marzo avvierà un piano di assunzioni in Italia, partendo dalla Lombardia, introducendo rapporti di lavoro subordinato con il modello Scoober, che è già attivo in 12 paesi del gruppo e in oltre 140 città, con più di 19 mila riders.
L'inquadramento dei rider come lavoratori dipendenti (40 ore settimanali full time) consentirà di avere tutti i vantaggi e le tutele tipiche di questa formulazione: un compenso orario, ferie, malattia, maternità e paternità, indennità per lavoro notturno, festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali.
Quanto alla retribuzione, in fase di prima applicazione, Just Eat riconoscerà un trattamento non inferiore alle tabelle previste da contratti collettivi esistenti per profili ed attività analoghe, garantendo un compenso orario del valore medio di circa 9 euro. Si tratta di un valore indicativo, che si ottiene applicando, su una paga base di 7,50 euro l'ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore. A tale somma si aggiungerà un ulteriore sistema di bonus legato al numero di consegne.
«L'introduzione di un modello di lavoro dipendente per i rider - ha spiegato Daniele Contini, Country Manager di Just Eat in Italia - rappresenta per noi una scelta etica e di responsabilità, in linea con la strategia che il gruppo porta avanti con successo già in altri paesi europei. Si tratta di un grande investimento, economico e sulle persone, che ci permetterà di operare con rider tutelati dal punto di vista contrattuale e anche di supportare ulteriormente lo sviluppo del servizio in Italia, offrendo un'esperienza di food delivery sempre più completa ed efficiente per i consumatori e i nostri ristoranti».
Occorre ricordare che la questione dei rider arrivò sul tavolo di un ministero nel 2018, quando l'allora ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, promise di occuparsene nel decreto dignità.
L'intervento del governo evidenziò l'urgenza di trovare una soluzione fino a ieri mai trovata. Ma tra sindacati e aziende resta forte lo scontro sul contratto collettivo nazionale che doveva scattare lo scorso novembre.
luigi di maio balcone protesta dei rider di deliveroo e justeat rider donna 2 rider rider uber eats 2 proteste dei rider deliveroo just eat sgnam