Federico Capurso per "la Stampa"
Giuseppe Conte non deve fare molta strada per sapere cosa sta succedendo al ddl Zan, affossato dai franchi tiratori che sono spuntati tra le forze di centrosinistra. È a due passi dall'aula del Senato, impegnato in alcune riunioni negli uffici dei Cinque stelle, e gli è subito chiaro che quanto è avvenuto è una sorta di «prova generale» in vista dell'elezione del Capo dello Stato.
Per questo, come ha ribadito anche ad Enrico Letta durante l'ultimo faccia a faccia avuto a pranzo tre giorni fa, si deve stringere un patto su un nome che piaccia anche ai moderati di centrodestra.
Che vada bene, quindi, a Silvio Berlusconi - una volta che la sua candidatura sarà naufragata - e magari anche a un pezzo della Lega. L'accordo si può trovare sul nome di Mario Draghi. Ma non basta: è necessario assicurare ai parlamentari che la legislatura non finirà con la salita al Colle dell'attuale presidente del Consiglio, altrimenti nessuno si prenderà il rischio di tornare alle urne in anticipo.
IL MINISTRO DEL TESORO DANIELE FRANCO
Ecco perché, per traghettare la legislatura fino alla sua naturale scadenza, nel Movimento inizia a circolare l'idea di proporre l'attuale ministro dell'Economia Daniele Franco. Un profilo inaspettato, visti i trascorsi non proprio idilliaci tra Franco e i grillini ai tempi del Conte I.
I Cinque stelle lo vedevano come un nemico, un protettore della casta, e avevano mosso una guerra contro di lui all'interno del ministero dell'Economia. Al tempo, Franco era Ragioniere dello Stato, l'uomo che stringe tra le mani il cuore della spesa, tiene la contabilità e vigila sulle uscite.
rocco casalino con giuseppe conte
I pentastellati si sentivano tagliati fuori, perché - era l'accusa - Franco si negava ai tavoli e non condivideva nulla con loro. Tanto da far annunciare a Conte e a Luigi Di Maio un repulisti di chiunque al Mef avesse «opposto resistenza al cambiamento». Ora, a sentire i Cinque stelle, sembra che l'aria sia cambiata: «Di Franco ci possiamo fidare», si sente dire nel corso delle più recenti riunioni. «È una persona per bene».
Parole al miele. Lo stesso Conte lo ha sentito due giorni fa per discutere della legge di Bilancio e il ministro gli ha fatto un'ottima impressione. Può essere lui, dunque, a tenere in piedi la legislatura, permettendo a Draghi la salita al Colle. Segno, questo, che in fondo il rapporto tra Conte e l'attuale premier non è più così teso.
Il leader del Movimento dovrebbe infatti incontrarlo entro la fine della settimana, vincendo così le resistenze degli ultimi giorni: «Non voglio fare le passerelle a palazzo Chigi, come fa Salvini, solo per dimostrare che ho un rapporto con Draghi - diceva ai suoi di recente, indispettito dalle voci che sui giornali lo davano distante dal premier -. Ci sentiamo spesso».
rocco casalino e giuseppe conte
Anche la comunicazione, però, vuole la sua parte e Conte questo lo sa. Il ticket Draghi-Franco non è però solo utile a trovare una quadra sulla partita del Quirinale. Permetterebbe infatti al Movimento di evitare un candidato forte del Pd, come Paolo Gentiloni. Se si trovasse costretto ad appoggiare un nome dei Dem, il gruppo parlamentare grillino esploderebbe. Il rischio di avere una valanga di franchi tiratori sarebbe quindi dietro l'angolo. Va trovato un nome senza bandiere di partito.
GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI
«Saremmo lieti di parlarne anche con Berlusconi», fa sapere senza troppi veli un parlamentare molto vicino a Conte, «dobbiamo allargare o avremo un altro ddl Zan». La possibilità di convergere su Franco come successore di Draghi a palazzo Chigi, poi, rasserenerebbe l'Europa e darebbe a Conte del tempo che in questo momento è per lui vitale.
«Se si votasse tra quattro mesi, il Movimento non andrebbe oltre il 16 per cento - ragionano i vertici grillini -, mentre se si riuscisse a tenere in piedi la legislatura ancora per un anno, allora potremmo puntare a superare il 20 per cento». Ogni settimana che passa è fondamentale. Il leader M5S deve mettere in piedi la nuova struttura del partito e, soprattutto, ricostruire la propria immagine. La partita del Quirinale, in fondo, passa anche da qui.-
daniele franco daniele franco a cernobbio