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Gluck per DAGOSPIA
JOE BANANA SALA. Con un gioco banale di parole si potrebbe dire che è palma-re la distanza che separa le questioni sociali di Milano con le ultime polemiche sul decoro urbano della città.
L’idea (bislacca) di piantare delle palme in piazza Duomo è l’ultimo capitolo di una querelle (farsesca) tra sostenitori e avversatori del progetto al quale le cronache locali dedicano intere paginate. Basta ricordare l’orrendo restyling di piazza Castello. Con l’archistar autore dello scempio urbanistico, Marco Bay, che annuncia grullo: “Il bello deve ancora venire”. Ah saperlo!
Silenzio, invece, dei giornaloni sui problemi reali della “nuova capitale morale” d’Italia (copyright Cantone il censore) sulla sicurezza nel metro e sui treni dei pendolari. Le aggressioni sono all’ordine del giorno, in linea con i ritardi dei convogli.
E mentre a Roma i Gabibbo alle Vongole ogni giorno fanno le pulci alla sindaca pentastellata, Virginia Raggi, all’ombra della Madonnina (rimasta al buio!) non suscita più di tanto scandalo che un assessore, l’ex top manager di Microsoft Roberta Cocco, si è rifiutata di rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi prima del solito ripensamento con scontino di 3 milioni di euro...
Era forse la sua polizza assicurativa? Ma per il sindaco Joe Banana Sala si sarebbe trattato soltanto di “una questione personale”. Come i conti (salati) dell’ultimo Expo 2016 da lui governati.
Intanto, sulla contestata manifestazione fieristica il primo conto l’ha presentato la Corte dei conti…che ha chiesto 1,1 milioni di euro (danno patrimoniale) ad Angelo Paris, ex capo dell’Ufficio contratti di Expo condannato per tangenti.
L’EMA VOGLIO DEL SINDACO. A proposito del sindaco scivolato sulla banana di piazza Duomo. L’altro giorno Beppe Sala ha riunito a Palazzo Marino un bel trust di cervelli politici (Alfano e Padoan) prefigurando un ruolo di head quarter per la città. Il sindaco pensa alla opportunità offerte dalla post Brexit e punta a trasferire l’Ema, Agenzia del Farmaco, da Londra a Milano.
Ognuno, raccontano in piazza Affari, ha i suoi sogni nel cassetto. E aggiungono, malevoli, che in attesa delle mosse annunciate dalla premier Theresa May tutte le banche internazionali già pensano di traslocare a Francoforte. Di sicuro Milano resta soltanto un miraggio di Beppe.
Intanto, nella periferica Santa Giulia sbarca da Roma Sky, ma chiude la storica sede di Telecom in via Negri.
RUSCONI SFRATTA SOZZANI. Per l’ex Milano da bere è davvero un duro colpo. Gli eredi dell’ex editore Edilio Rusconi, proprietari dell’immobile, hanno sfrattato per morosità le storiche animatrici della location di Corso Como 10 inaugurata nel 1991, vigilia di Tangentopoli, dalle sorelle Franca, la direttrice di Vogue Italia da poco scomparsa, e la sorella Carla Sozzani. Un duro colpo per gli habitué del loft che ospita sale espositive, un ristorante, una libreria, abiti cult e un mini-hotel.
“IL BAGUTTA” ALLA SICILIANA. Quest’anno lo storico e prestigioso premio letterario “Bagutta”, presieduto da Isabella Bossi Fedrigotti, è andato alla poetessa Vivian Lamarque con la sua raccolta “Madre d’inverno”, editore Mondadori. Ma dopo 90 anni - la competizione stata istituita nel novembre del 1927 su iniziativa dello scrittore Riccardo Bacchelli -, la cerimonia di chiusura non avverrà nell’omonima trattoria dei fratelli Pepori che ha chiuso i battenti. In attesa di una nuova sede stabile, l’evento sarà festeggiato il 26 febbraio nel ristorante dello chef siciliano Filippo La Mantia in piazza Risorgimento.
LA VITA NOVA DI LAPO. Dopo le ultime disavventure private a New York, il nipote picchiatello dell’Avvocato passa molti giorni a Milano per curare i suoi affari nella Italian Indipendent Group e Garage Italia Customs che hanno attraversato un periodo di crisi (finanziaria). Il suo prossimo impegno sarà, invece, in aprile a Muscat (Oman) dove Lapo Elkann sarà tra i relatori del meeting internazione “Mindful Luxury”, organizzato dalla Condé Nast.
L’URBANO DIRETTORE. Ormai alla trattoria “Torre di Pisa” in via Fiori Chiari (Brera) alcuni avventori ironici lo salutano con un nuovo appellativo: “Buongiorno direttore”. E lui, Urbanetto Cairo, neo patron dell’Rcs-Corriere della Sera, ricambia con un sorrisetto di circostanza.
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Del resto, in via Solferino, la sua invadenza nel campo giornalistico sta diventando una costante. Con grande sofferenza soprattutto dei responsabili dei magazine “Sette” e “Io Donna”, costretti alla nazional-popolarizzazione dei loro prodotti. Il più avvilito della rivoluzione cairota è Pier Luigi Vercesi che nel suo editorialino su “Sette” parla del declino delle civiltà e vola alto, ma deve sbattere in copertina prima una lunga intervista all’attricetta Belen e poi un ritrattone di Diego Abatantuono.
milano palme in piazza duomo 5 BEPPE SALA SULLE PALME DI MILANO AL DUOMO