Emiliano Guanella per “La Stampa”
Il più veloce corridore al mondo per due stagioni (1972 e 1974) in Formula Uno, Emerson Fittipaldi correrà per un seggio da senatore per gli italiani in Sudamerica, anche se nel suo Brasile ultimamente lo ricordano di più per gli enormi debiti accumulati, che lo hanno costretto da 6 anni a rifugiarsi in Florida.
L'ex campione è volato da Miami a Roma per annunciare il suo sbarco in politica tra le fila di Fratelli d'Italia e ora è atteso nella sua terra natale. La notizia ha sorpreso i media locali, che si sono occupati di lui per decine di processi aperti per debiti accumulati che supererebbero i 55 milioni di reais, circa 10 milioni di euro. Pilota abilissimo sulle piste, come uomo d'affari non ha avuto la stessa fortuna, accumulando una serie di fallimenti nelle diverse attività in cui si è cimentato.
La giustizia brasiliana è famosa per la sua lentezza, i debiti e gli interessi relativi sono cresciuti e a complicare le cose è sopraggiunto l'"esilio" di Fittipaldi, che dal 2016 risulta domiciliato negli USA: il cambio di residenza dalla Florida a San Paolo sarebbe arrivato in extremis per poter presentarsi alle elezioni del 25 settembre. Tra le imprese creditrici c'è la "Sax Logistica" di San Paolo, che ha chiesto di farsi pagare un compenso pattuito di circa 80.000 euro per dei servizi prestati nel 2012 e nel 2014 in occasione delle gare automobilista "Sei ore di San Paolo" organizzate da due società di Fittipaldi, la Novo Horizonte e la Endurance.
L'avvocato Paulo Carbone ha condotto la lunga vertenza che si è sbloccata con un accordo tra le parti un mese fa solo dopo il via libera della giustizia alla confisca di una Patrick Racing usata nel 1989 e una Coopersucar del 1976 oltre a dei trofei di Fittipaldi come parte del pagamento. Fittipaldi, spiega il legale, non si è mai presentato alle udienze, i suoi avvocati hanno sempre sostenuto che il loro assistito non risiedeva fiscalmente e non aveva beni propri in Brasile. «È stato un peccato non poterlo conoscere di persona, ma l'importante è che siamo riusciti a chiudere il caso».
Sul sito di ricerca Escavador, che riprende tutti i processi aperti in Brasile, si trovano diverse pagine riferite alle cause legate alle imprese di Fittipaldi. Il Banco do Brasil, principale banca pubblica brasiliana, vuole riscuotere un prestito nel 2014 per l'acquisizione di una fabbrica di alcool etanolo nello Stato di Mato grosso do Sul. La banca Safra ha erogato un prestito per l'avvio di una concessionaria di veicoli, in marzo la giustizia ha preso di mira un contratto siglato dall'ex pilota con la Magnum Tires per una campagna pubblicitaria di una marca di pneumatici.
Interpellato sui suoi debiti dal quotidiano "Estado de Sao Paulo", Fittipaldi ha sostenuto che il 92% del totale è già stato risolto, con processi chiusi e archiviati. «Ho promesso che avrei pagato tutto e così sto facendo. Mancano solo due giri al traguardo di questo Gran Premio, entro la fine dell'anno sarà tutto risolto». Ha poi spiegato le ragioni del suo debutto in politica, confessandosi ammiratore di Silvio Berlusconi e del presidente brasiliano Jair Bolsonaro che disputerà la rielezione una settimana dopo il voto legislativo italiano. «La richiesta di candidarmi è arrivata direttamente da Giorgia Meloni, che sta seguendo i passi di Berlusconi. È una donna intelligente e ama il suo Paese, sarà un onore per me poter aiutare il suo partito».
La partita elettorale, per lui, è difficile. A causa della riduzione del numero dei parlamentari al Sudamerica spetta un solo seggio al Senato e due alla Camera; Fittipaldi se la deve vedere con gli italo argentini guidati da Ricardo Merlo, senatore del Maie e campione di preferenze, sempre stato eletto da quando esiste il voto per gli italiani all'estero. Debiti a parte, per l'ex pilota sarà davvero una corsa complicata da vincere.
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