DIVISI SU TUTTO – BERLUSCONI E SALVINI S’INCONTRANO AD ARCORE DOPO LA DISFATTA DEL LORO MILAN E SI TROVANO D’ACCORDO SOLO SULL’INADEGUATEZZA DI MIHAJILOVIC E LA CARFAGNA SINDACO DI NAPOLI – IL LEGHISTA INSISTE PER LE PRIMARIE DEL CENTRODESTRA ALLE POLITICHE

Salvini fa il furbetto e dice al Cavaliere che la Lega accetta volentieri solo Del Debbio come candidato sindaco di Milano, tanto sa che il giornalista ha già rifiutato. Accordo solo sulla candidatura della Carfagna come primo cittadino di Napoli. Per le politiche, Silvio ha fatto testare Del Debbio, Alfio Marchini e l’inarrivabile Mario Draghi… -

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Carmelo Lopapa per “la Repubblica

 

BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI SALVINI

Tre ore possono non bastare per trovare un accordo. E possono essere lunghissime per litigare su tutto. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini tornano a vedersi dopo oltre tre mesi e a dividersi, appunto. Lo fanno in segreto, praticamente al buio (mediatico) e a quattr’occhi, fuori i secondi. È accaduto nel chiuso di Villa San Martino ad Arcore domenica a tarda sera, subito dopo la partita nefasta (per i due milanisti: 0-4 col Napoli).

 

Il capo del Carroccio arriva alle 22,30 e la sua auto scortata esce dal cancello a notte fonda, dopo l’una. L’incontro, rinviato di settimana in settimana nell’ultimo mese, deve restare coperto, soprattutto per l’esito che ha. Va male, malissimo. Si ritroveranno d’accordo, nell’amarezza a caldo, solo su una cosa: mister Mihajlovic forse non è da Milan, andrebbe sostituito.

 

Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse

Per il resto, i due divergono su tutti i nodi centrali di un’alleanza che fa fatica a decollare. A cominciare dal candidato sindaco di Milano. È il piatto forte della nottata, ma i due non vanno lontani, Berlusconi vuole un suo uomo, «non possiamo consegnarvi la città dopo la Regione » si inalbera a un certo punto. C’è già Roberto Maroni a far sventolare la bandiera del Carroccio sul Pirellone. L’eurodeputato sarebbe pure disposto a cedere il passo, «ma l’unico vostro che noi accettiamo è Paolo Del Debbio, se riuscite a convincerlo voi...».

 

MATTEO RENZI A QUINTA COLONNA DA PAOLO DEL DEBBIO MATTEO RENZI A QUINTA COLONNA DA PAOLO DEL DEBBIO

È un tallone d’Achille, per il Cavaliere: un suo uomo d’azienda, conduttore di uno dei pochi talk che spopolano, amato dagli elettori di destra, che però non vuole sentirne di rinunciare al ricco contratto Mediaset per i 100 mila euro e neanche l’anno (lordi) dell’indennità da sindaco. Il leader di Forza Italia si impegna a tornare alla carica col suo “dipendente”. Anche perché dietro l’angolo non è esclusa una candidatura a sorpresa dello stesso Salvini, pressato da alcuni dei suoi.

 

E non è un caso, forse, se proprio nella puntata di ieri sera di “Quinta Colonna” su Rete4 l’ospite Giovanni Toti, braccio destro di Berlusconi e governatore della Liguria, esordisce con una battuta che è un colpo basso, salutando «il futuro sindaco di Milano». Del Debbio la prende malissimo, con un sorriso tirato, e stronca in diretta: «Parliamo piuttosto del sindaco di Roma Marino», e lancia il servizio.

giovanni toti giovanni toti

 

Il fatto è che l’intesa Salvini e Berlusconi non la trovano neanche sulle altre candidature, a cominciare da Bologna. Solo su Napoli il leghista non mette becco e lì l’ex premier avrebbe già deciso di giocare la carta Mara Carfagna, ritenuta «la più efficace» contro una sinistra che potrebbe presentarsi spaccata tra De Magistris e Bassolino.

 

E poi ci sono le primarie, sulle quali il leader leghista sarebbe tornato a insistere e contro le quali il padrone di casa continua a schierarsi senza tentennamenti. «Al momento debito un leader da candidare lo troveremo senza bisogno di indire una consultazione», che gli dà l’orticaria. Anzi, stando a quanto trapela, il capo di Forza Italia avrebbe fatto consultare dei focus group di elettori per sondare le preferenze su potenziali leader, ma solo in caso di sua “ritirata”, ovvio.

mara carfagna alessandro ruben mara carfagna alessandro ruben

 

E i nomi emersi sarebbero tre: Paolo Del Debbio, come sopra, Alfio Marchini, già auto candidatosi a sindaco di Roma ma anche al ruolo di anti-Renzi, e infine l’inarrivabile Mario Draghi, presidente Bce.

 

Il fatto è che Salvini non immagina altri leader al di fuori di sé, anche perché i sondaggi da mesi registrano ormai il sorpasso della Lega sui forzisti. I due gruppi al Senato invece si troveranno sulla stessa barricata in occasione del voto finale della prossima settimana sulla riforma costituzionale.

 

alfio marchini intervistato da antonello caporale alfio marchini intervistato da antonello caporale

Dovrebbero uscire dall’aula (come i grillini) per lasciare la maggioranza ad approvarsi «da sola» la riforma. Anche se gli umori nel gruppo Fi non sono unanimi, Paolo Romani ha convocato i senatori per domani e all’incontro potrebbe partecipare lo stesso Berlusconi.

 

Il Cavaliere rientrerà oggi a Roma, ma ha deciso di non convocare, come previsto in un primo momento, l’ufficio di presidenza di Forza Italia. Si parlava di rimozione di tutti i coordinatori regionali. Troppo delicato il momento per scuotere un partito già in affanno sotto l’assedio di Verdini.

 

 

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