Luigi Ippolito per www.corriere.it
Dopo Boris lo sciupafemmine, arriva una donna a Downing Street? La prospettiva è ormai quasi una certezza, visto come sta andando la corsa alla successione di Johnson. L’unico dubbio è: sarà Penny Mordaunt o Liz Truss?
In questo momento, la favorita a sorpresa per diventare primo ministro della Gran Bretagna è Penny Mordaunt, ministra del Commercio estero ed ex ministra della Difesa: che da quasi sconosciuta si è vista catapultata in pochi giorni in cima alle preferenze dei bookmaker.
Tutti i sondaggi dicono che al ballottaggio batterebbe facilmente l’ex Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, che era il frontrunner.
In questi giorni si stanno svolgendo le «eliminatorie» all’interno del gruppo parlamentare conservatore. In lizza sono rimasti sei candidati (di cui quattro sono donne): oltre a Sunak e Mordaunt, la ministra degli Esteri Liz Truss, la sottosegretaria Kemi Badenoch, la procuratrice generale Suella Braverman e il capo della Commissione Esteri Tom Tugendhat.
Alla fine resteranno due finalisti, che andranno al ballottaggio fra i 200 mila iscritti al partito. Sunak, che è in testa alle preferenze del gruppo parlamentare, arriverà sicuramente in finale: ma, come si è detto, lì verrebbe battuto dalla Mordaunt, che è popolarissima fra la base.
L’altro scenario, altrettanto probabile, è che a fronteggiare Sunak al ballottaggio sia la Truss, al momento terza in classifica: ma anche lei è molto più amata dai militanti rispetto all’ex Cancelliere.
Morale della favola: gonna e tacchi faranno ingresso a Downing Street. E sarebbe la terza volta, dopo Margaret Thatcher e Theresa May: un record, che metterebbe la Gran Bretagna alla pari con Finlandia, Moldavia e Nuova Zelanda, che però sono piccoli Paesi. La rottura con l’era Johnson sarebbe però più di stile che di sostanza.
Penny Mordaunt è una sostenitrice della Brexit fin dalla prima ora e ha una personalità che per alcuni versi richiama quella di Boris: ha partecipato a Splash, un reality tv di tuffi dal trampolino ed era diventata celebre per un surreale discorso in Parlamento, fatto per scommessa, in cui con la scusa di disquisire sul benessere del pollame pronunciava innumerevoli volte la parola cock (che sta per «gallo» ma volgarmente anche per «cazzo»).
Precedenti che potrebbero costarle l’accusa di scarsa serietà ma che invece la fanno apparire simpatica e alla mano agli occhi dei sostenitori. Il suo vero punto debole è che è un po’ troppo progressista sui temi sociali: è una paladina dei diritti Lgbt (suo fratello è gay) e per questo ha dovuto di recente smorzare certe sue posizioni aperturiste sul fronte del dibattito trans («sono una donna e non ho il pisello», ha risposto a chi le chiedeva lumi).
Più robotica e impacciata Liz Truss, che però si presenta come una thatcheriana di ferro e una super-interventista in politica estera: si era fatta fotografare alla guida di un carro armato (come la Lady di Ferro) e in una recente intervista al «Corriere» aveva auspicato un processo in stile Norimberga per Vladimir Putin. Come Johnson, lei sembra la più capace di intercettare quell’elettorato popolare che Boris aveva già strappato ai laburisti. Perché quando i conservatori faranno la loro scelta, penseranno soprattutto a questo: chi saprà emulare i trionfi di Johnson, risparmiandogli la sequela di gaffes e scandali? Cherchez la femme…
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