Massimo Gaggi per www.corriere.it
Kamala Harris va per la prima volta al confine col Messico, a El Paso in Texas, da quando, tre mesi fa, Joe Biden le ha affidato l’ingrato compito di fronteggiare l’emergenza immigrati clandestini: un incarico che si sta rivelando sempre più una vera via crucis per la vicepresidente.
Prima la missione in Messico e Guatemala con le critiche ricevute da destra (l’accusa di essere stata troppo accomodante coi governi) e da sinistra (per aver chiesto a gran voce ai disperati del Centro America di non tentare più di emigrare verso gli Usa).
Ora una missione in Texas comunque tormentata: non piace ai progressisti la scelta della Harris di non visitare il centro di raccolta dei clandestini di Fort Bliss, descritto da molti come un luogo pericoloso nel quale sono stati commessi gravi abusi.
Attacchi da destra, invece, per una visita considerata tardiva, mentre l’Amministrazione Biden è accusata di essere troppo morbida coi clandestini. Appena arrivata a El Paso la Harris ha sostenuto di aver avuto sempre in programma questo viaggio che ha definitivo molto produttivo.
Poi, incontrando gli agenti di frontiera li ha elogiati per il loro impegno, ha chiesto notizie sull’uso della tecnologia per sventare ingressi clandestini e traffici di droga e, parlando coi giornalisti, si è difesa sostenendo che il nuovo governo democratico ha ereditato da Trump una situazione difficile. Ma, ha aggiunto, «in cinque mesi sono stati fatti molti progressi».
Ma in Texas ad avercela col governo non sono solo i repubblicani. Il deputato democratico Henry Cuellar, che ha sollecitato più volte una missione della Casa Bianca ai confini col Messico, ha detto senza mezzi termini di temere che l’atteggiamento della nuova Amministrazione faccia apparire i democratici deboli sull’immigrazione clandestina.
Difficile anche il rapporto di Kamala col governatore dello Stato, Greg Abbott, che non solo l’ha criticata aspramente ma che, con un occhio a una possibile candidatura alle presidenziali 2024, ha assunto un atteggiamento più duro di quello di Trump ipotizzando di continuare la costruzione del muro al confine col Messico anche senza l’aiuto del governo federale, ricorrendo a forme di crowdfunding.
Abbott visiterà tra qualche giorno il confine insieme a Donald Trump per una kermesse che avrà certamente un forte sapore politico. La Harris, arrivata in Texas assieme al ministro per la Sicurezza Interna Alejandro Mayorkas, ha cercato di dare alla sua visita un contenuto operativo, incontrando, oltre alle autorità di frontiera, avvocati degli immigrati e anche alcune ragazzine entrate clandestinamente negli Usa.
Sullo sfondo il rombo delle durissime critiche della destra americana a cominciare da quelle del senatore Ted Cruz: «Per venire al confine ha aspettato che lo attraversassero mezzo milione di clandestini, che fossero intercettate 400 mila libbre di droga, che 19 senatori visitassero il muro prima di lei. Le ci sono voluti 92 giorni dalla nomina a zar del confine».
il muro al confine tra usa e messico a el paso
E poi un affondo verbale estremo, al riparo di quel Primo emendamento che consente di formulare qualunque accusa, calunnie comprese, senza rischiare nulla: Biden e la Harris «sono l’ultimo miglio del traffico di essere umani e droga che viene sfruttato dai cartelli criminali».