Giovanna Casadio Matteo Pucciarelli per "la Repubblica" - Estratti
elly schlein all evento per gli stati uniti deuropa
Ci siamo: Elly Schlein pensa di candidarsi alle Europee ma non capolista, bensì terza nella lista. Con un’unica eccezione: guidare il Pd nelle Isole, cioè Sicilia e Sardegna, la circoscrizione più trascurata. Per ora è una ipotesi, dal momento che il cantiere delle candidature è aperto. Però nel partito le quotazioni di una corsa della segretaria alle elezioni di giugno vengono date come molto alte.
L’idea non è tuttavia l’“uovo di Colombo” che la segretaria sperava fosse: fare da traino mettendosi in gioco, senza però togliere visibilità ai capolista.
È scoppiata infatti la rivolta delle donne. Il malessere “rosa” è trasversale. Sono le europarlamentari uscenti in particolare, a vedere malissimo la discesa in campo di Schlein. Per due ragioni intrecciate: il meccanismo delle preferenze e la composizione delle liste. Tanto che oggi si riunisce la conferenza delle donne democratiche, che ha recentemente rinnovato i vertici nominando portavoce Roberta Mori, e sarà posta la questione delle donne in lista alle Europee. Per le eurodeputate in pole per una ricandidatura — Pina Picierno, vice presidente dell’europarlamento, Irene Tinagli, presidente della commisione affari economici e monetari, Elisabetta Gualmini, Alessandra Moretti — il rischio di vedersi bocciare nelle urne è alto. «È un femminicidio politico delle uscenti, ma più in generale delle candidate donne del Pd»: è lo sfogo che intanto circola in chat.
Pina Picierno alessandra moretti
Ma andiamo con ordine. Alle Europee l’elettore può esprimere fino a tre preferenze, ma ci deve essere l’alternanza di genere. Quindi se si danno due preferenze, una deve essere per un uomo e una per una donna. Se tre, una o uno almeno deve essere donna o uomo. Ora, se la capolista sarà donna, come pare, poi c’è un candidato uomo, quindi Schlein.
Giocoforza il grosso delle preferenze finirà alla capolista e alla segretaria. Tagliando fuori le altre donne e favorendo candidati uomini.
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Scontenti sono i bonacciniani, che non vedono di buon occhio che Stefano Bonaccini non sia capolista nel Nord est. E Antonio Decaro, il sindaco di Bari, sarà secondo in lista al Sud? Nella circoscrizione Centro dovrebbero esserci Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire, i sindaci Dario Nardella, Matteo Ricci. Mentre Piero Bartolo, anche lui uscente a Strasburgo e ex medico di Lampedusa, sarà nelle Isole, così come Peppino Lupo, e forse il sindacalista Alfio Mannino. Brando Benifei, capogruppo a Strasburgo, sarà probabilmente il numero due nel Nord-ovest, dove ci saranno Giorgio Gori, Lele Fiano. Ancora c’è un po’ di tempo, ma non molto.
La direzione sulle liste per le Europee è fissata per il 15 aprile e alla segretaria serve una maggioranza di 2/3. Per Schlein la scommessa è anche quella di un rinnovamento del gruppo europeo, che è stato recalcitrante nel seguire la nuova linea del partito. Dal tema guerra e armamenti, a Gaza, patto di stabilità, sul packaging, tanto per citare alcuni casi. A Schlein occorre avere un gruppo più corrispondente all’attuale corso, ed è anche naturale che sia così. «Menomale che è una leader femminista…», mastica amaro chi rischia tutto.