Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”
«Quello che ha detto Ilaria sul carcere non è differente da ciò che sostiene Antonio Tajani. È solo una questione di linguaggio. Quello d’odio io non lo condivido». Angelo Bonelli, leader dei Verdi, cerca di smorzare i toni delle critiche che hanno accompagnato, a destra, la prima estate di Ilaria Salis da eurodeputata. [...]
E poi, bocciando il piano Nordio contro il sovraffollamento e la «logica punitiva», ha auspicato di aumentare «al massimo il ricorso alle pene alternative, limitare il carcere per chi è in attesa di giudizio» e depenalizzare «piccoli reati contro il patrimonio compiuti per necessità, chi ruba nei supermercati perché ha fame e non ha lavoro, chi occupa una casa perché non può permettersi un tetto e gli enti che gestiscono l’edilizia popolare non assegnano le abitazioni sfitte».
Ma soprattutto ha detto una frase che ha fatto scalpore a destra: «Credo che si debba andare verso una società che superi il carcere. Lavorare sulle cause, sulla prevenzione, creando una società basata sulla giustizia e l’uguaglianza. Poi c’è sempre chi sbaglia, l’obiettivo deve essere il reinserimento».
Ma l’acme delle polemiche lo ha raggiunto il neocollaboratore dell’europarlamentare. Libero ha messo in prima pagina la foto pubblicata su Facebook di un fantoccio di Giorgia Meloni in fiamme, con il titolo: «Il portaborse della Salis: “Giorgia brucia, str...”». E sottotitolando all’interno: «Fascinazione per chi picchia la polizia». […]
Accuse a cui evitano di replicare Ilaria Salis e lo stesso autore del post: Mattia Tombolini, 33 anni, da 15 al lavoro in case editrici. Agli amici ha già spiegato di quel video postato a Carnevale nel giorno stesso, il 9 febbraio, in cui nella sua cittadina, Poggio Mirteto, era stata bruciata la «pupazza»: tradizione che si ripete dal 1860.
Sì, ma quel rogo di Giorgia Meloni e la voce che dice «Brucia str...»? «La voce non è la sua. E ogni anno vengono bruciati presidenti, papi, politici: pure Bersani», riferiscono gli amici. E si stupiscono dell’attenzione ricevuta: «Perché non è odio, è Carnevale».
«È un post vecchio di 12 anni ed è la copertina di un libro sulla banda Bellini che gli era piaciuto, pubblicato dalla casa editrice dove lavorava. E comunque: che incarico vogliono fargli revocare? È un co.co.co...». […]
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