Claudio Bozza per corriere.it - Estratti
LOTTA CONTINUA TRA GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO - MEME BY EDOARDO BARALDI
Anche i matrimoni d’interesse, in questo caso politico ed economico, rischiano di finire in tribunale. È uno scenario possibile anche per il Movimento 5 Stelle. Il motivo?
È tutto di potere (e di sopravvivenza). Perché, dopo essere finita sotto al 10% alle Europee di giugno, la creatura di Beppe Grillo è stata posta davanti a una svolta storica dal leader Giuseppe Conte: via immediato alle assemblee con la partecipazione della base, per provare a rilanciare il partito attraverso l’ascolto dei militanti. Il che potrebbe portare allo sblocco del terzo mandato elettivo e, addirittura, al cambio di nome.
A pochi giorni dal via delle assemblee che potrebbero sancire una rivoluzione, il comico sceso in politica ha dato il segnale che da tempo si attendeva cercando di bloccare il cammino di Conte (pur senza citarlo) e appellandosi ai sostenitori del Movimento delle origini: «Vi chiedo di ascoltare la vostra coscienza. In questo momento cruciale non possiamo permetterci di smarrire la nostra rotta.
Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme». Grillo vuole che tutto rimanga così com’è. E continua a ribadire: «Il simbolo del M5S è mio e dell’associazione che ho fondato». Tesi però rigettata in blocco dall’ex premier, professore con una lunga esperienza da giurista.
E proprio questo potrebbe essere il punto di rottura. Con un eventuale braccio di ferro in tribunale. «Se Grillo tira la corda sarà un passaggio quasi certo», dicono ai piani alti dei 5 Stelle.
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Interpretazioni giuridiche a parte, fonti vicine all’ex premier osservano che lo statuto definisce «graniticamente» che «l’assemblea è l’organo sovrano».
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO SULL INTELLIGENZA ARTIFICIALE 3
Non a caso Conte ha lanciato il voto dell’assemblea medesima. E nelle prime 24 ore della piattaforma online che deve raccogliere le idee per «il M5S del futuro» sono già più di un migliaio le proposte arrivate. La maggior parte di quelle sul doppio mandato punta a una revisione del meccanismo cardine del Movimento: sottoporre il terzo incarico a una votazione della base o prestare servizio a titolo gratuito.
Anche sul simbolo, poi, la base si fa sentire. C’è chi contesta l’immobilismo del garante — suggerendo di inserire la scritta «Conte presidente» o di eliminare il riferimento al 2050 (la data entro cui la Ue si impegna a conseguire la neutralità climatica) — e chi invece non vuole alcuna modifica. I risultati della consultazione sono previsti per metà ottobre. E se la base dicesse «sì» a Conte, a Grillo non rimarrebbe che rivolgersi al tribunale.
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