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GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI
Oggi, da Cernobbio, facendo finta di dimenticare che gli atti di Cantone sono stati secrtetati dalla sorellina d'Italia Chiara Colosimo, Giorgia Meloni si è lamentata coi media, dicendo che si devono occupare non di Genny Sangiuliano e della Poppea di Pompei Maria Rosaria Boccia, ma del caso del presunto dossieraggio, “che racconta di funzionari dello Stato che per anni hanno fatto centinaia di migliaia di accessi illegali alle banche dati di questa nazione, ragionevolmente per ricattare la gente”.
Passano appena due ore e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, da cui è partita tutta l’inchiesta di Perugia, lette le nuove carte mandate alla Commissione antimafia, che hanno molto deluso la destra e la Melona, dice: “Basta una sola mela marcia per fare danni”. Insomma, non c’è nessun dossieraggio. Nessun mandante, nessun ricatto, nemmeno messaggi tra il finanziere Pasquale Striano e i giornalisti di ''Domani''. Insomma, il caso rischia di sgonfiarsi come un soufflé.
1. CROSETTO: “NON ESISTE NESSUN CASO DOSSIERAGGIO: BASTA UNA SOLA MELA MARCIA PER FARE DANNI”
Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per www.repubblica.it
giorgia meloni al forum ambrosetti di cernobbio - dal profilo instagram di camilla conti
Il 22 gennaio scorso il ministro della Difesa aveva esternato la propria preoccupazione “in relazione alla pubblicazione di articoli con informazioni riservate”, riferendosi alla notizia che sua moglie avesse partecipato a un concorso all’Aise, i servizi esteri. Ma oggi minimizza: “I servizi rappresentano un presidio di piena legalità”.
Ieri esprimeva “preoccupazione sugli articoli contenenti informazioni riservate”, “perplessità sulla possibile provenienza dell’informazione dall’interno degli stessi apparati di sicurezza”. Oggi invece il ministro della Difesa Guido Crosetto ridimensiona e punta il dito su “una sola mela marcia”.
Il caso dei dossieraggi
Basta mettere in fila le dichiarazioni per comprendere la tensione insita nella partita che si sta giocando all’Interno del Governo e della maggioranza. Tutto nasce dall’inchiesta di Perugia sul caso dei dossieraggi, l’indagine coordinata dal procuratore Raffaele Cantone che coinvolge principalmente il finanziere spione Pasquale Striano e il magistrato della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati.
"Preoccupazione per gli articoli con informazioni riservate”
Agli atti dell’inchiesta, più precisamente nella richiesta di arresto a carico dei due indagati poi rigettata dal gip, emerge un passaggio del ministro Crosetto sui Servizi. Nelle 206 pagine è spiegato che Crosetto, il 22 gennaio scorso, ha esternato a Cantone la propria preoccupazione “in relazione alla pubblicazione di articoli con informazioni riservate”.
Si riferiva evidentemente a un’inchiesta con cui il Domani raccontava che la moglie del Ministro avesse partecipato a un concorso all’Aise, i servizi esteri. Il sospetto era chiaro: quella informazione proveniva “dall’interno degli stessi apparati di sicurezza”. Una preoccupazione espressa in diverse sedi, anche conferendo con la presidente del Consiglio. Anche Cantone si è rivolto alla presidente del Consiglio, che “per il tramite del sottosegretario ha informato questo ufficio di avere svolto accertamenti, escludendo il coinvolgimento degli organismi di intelligence interni”, si legge nella richiesta d’arresto.
giorgia meloni chiara colosimo
"Illazioni e assurde ricostruzioni”
Adesso, quando gli atti sono già depositati e noti alle parti, e i principali quotidiani hanno ricostruito la vicenda, Crosetto interviene e bolla tutto come “assurde ricostruzioni” e “illazioni”: “Mi ero limitato a evidenziare al procuratore capo di Perugia come una notizia (irrilevante e anche falsificata) apparsa su un quotidiano non potesse che provenire dall'interno dell'Aise, trattandosi di questioni coperte dalla legge 124/2007 e quindi secretate”, dice il Ministro. “Su questa vicenda, di cui avevo informato i vertici del comparto, ho poi avuto totale e piena cooperazione. L'idea stessa che la mia sfiducia riguardasse l'organizzazione o i suoi vertici è più ridicola che falsa".
RAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO
"Purtroppo”, conclude il ministro, “basta una sola mela marcia a fare danni. L'importante è individuarle ed agire di conseguenza. Anche perché l'esistenza di rapporti distorti tra servizi e informazione rappresenterebbe una minaccia reale all'assetto democratico. In Italia invece i servizi rappresentano un presidio di piena legalità e democrazia che sa anche depurarsi quando serve”. […]
MELONI: «MOLTI ARTICOLI SU SANGIULIANO RISPETTO ALL’INCHIESTA DI PERUGIA»
Articolo di www.umbria24.it
guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2023
«Intendo fare il mio lavoro bene e fino alla fine della legislatura e penso che gli italiani possono capire un certo doppiopesismo»: è quanto affermato dalla premier Giorgia Meloni parlando al forum Teha di Cernobbio dello spazio dedicato alla vicenda Sangiuliano rispetto all’inchiesta della procura di Perugia sui dossier creati con accessi a dati fatti da funzionari pubblici.
La presidente del Consiglio si dice «molto colpita dalla sproporzione di articoli che sono stati dedicati alla vicenda privata del ministro Sangiuliano rispetto a quelli dedicati a un’inchiesta, che ha portato avanti la Procura di Perugia, che racconta di funzionari dello Stato che per anni hanno fatto centinaia di migliaia di accessi illegali alle banche dati di questa nazione, ragionevolmente per ricattare la gente».
GAETANO PECORARO INTERVISTA PASQUALE STRIANO - LE IENE 2