FATTO IL GOVERNO PER DI MAIO INIZIANO I GUAI - GLI ELETTI M5S VOGLIONO UNA LEADERSHIP COLLETTIVA, VISTO CHE LUIGINO ANDRA’ A FARE IL MINISTRO E IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - IL FEDELISSIMO DI ROBERTO FICO, LUIGI GALLO, LANCIA LA PROPOSTA: “SERVE UN COMITATO DI 40 PARLAMENTARI CHE AFFIANCHI LUIGI NELLA GESTIONE DEL MOVIMENTO”

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Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

Fico e di maio Fico e di maio

C'è mancato poco che la truppa si ammutinasse, ma intanto la nave è arrivata in porto e ora il comandante Luigi Di Maio può tirare un sospiro di sollievo. Non più «Calimero», come si è autodefinito solo mercoledì sera ma condottiero insieme al «Capitano» leghista. Ora comincia una nuova epoca e una nuova partita, perché il Movimento 5 Stelle dovrà cambiare pelle nuovamente. Sarà partito di governo, non più di lotta, con una parte della sua classe dirigente direttamente coinvolta nell' esecutivo.

 

LUIGI DI MAIO ROBERTO FICO LUIGI DI MAIO ROBERTO FICO

E si porrà il tema di chi guiderà il Movimento, visto che Di Maio dalla prossima settimana potrebbe assommare i poteri di leader politico, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. Un po' troppi, anche considerando il carico di pressione al quale sarà sottoposto e considerando che negli ultimi mesi Davide Casaleggio e Beppe Grillo hanno allentato la presa, lasciando grande spazio alla sua leadership.

 

Di Maio resterà il capo politico del Movimento, ma molto dovrà cambiare. Perché i suoi fidi scudieri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro diventano ministri e anche altri uomini chiave come Danilo Toninelli saranno assorbiti da ruoli di governo. E perché la truppa scalpita.

Ne è stato un esempio l' assemblea degli autoconvocati al Senato, una vera adunata sediziosa con tanto di grida e pianti. Ma anche la seduta congiunta di mercoledì sera.

ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO ALESSANDRO DI BATTISTA - LUIGI DI MAIO - ROBERTO FICO

 

Che ha visto l'intervento duro di veterani come Paola Taverna e Andrea Colletti. Si è fatto notare un altro intervento importante. Quello di Luigi Gallo, fedelissimo di Roberto Fico. Il quale ha lanciato un' idea che difficilmente passerà, visto la portata: «Mi piacerebbe che si eleggesse un Comitato dei 40, un organo con 40 parlamentari con funzioni di supporto e di aiuto ai vertici».

 

Alfonso Celotto con Toninelli Alfonso Celotto con Toninelli

Una specie di ufficio politico allargato, quello che nell' Urss era il Politburo. Difficile che Di Maio e gli altri accettino di farsi affiancare da un organismo così ingombrante. Ma la richiesta non arriva solo da Gallo. Visto che molti altri hanno chiesto la creazione di «strutture intermedie» di lavoro: «Le assemblee congiunte sono ingestibili, non si può continuare così».

In questi giorni i malumori dei nuovi arrivati, ma anche di molti «senatori», sono stati consistenti. Perché qualcosa si è rotto nella filiera della comunicazione interna dei 5 Stelle.

 

DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO

Pochissimi erano i dirigenti inseriti nelle trattative e a conoscenza dello stato delle cose. E nessuna comunicazione ufficiale arrivava via chat o in via informale ai parlamentari. Una situazione di incertezza decisamente sgradevole, come hanno detto in molti all' assemblea: «Non siamo yes man, dobbiamo contare anche noi. E ci dovete raccontare cosa succede».

 

Come ha dimostrato plasticamente ai presenti l' intervento di Emanuela Corda: «Luigi così non va bene. Ma è mai possibile che noi dobbiamo venire a conoscenza di quello che accade guardando Barbara D' Urso?».

 

paola taverna io nun so un politicoooo paola taverna io nun so un politicoooo

Riferimento alla trasmissione, una delle tante, alla quale ha partecipato Di Maio negli ultimi giorni. Riallacciare i fili con i peones e consolidare i collegamenti con tutti dovrà essere una priorità anche per il nuovo Di Maio. Perché il governo con la Lega, da lui fortemente voluto e non da tutti sostenuto con lo stesso entusiasmo, dovrà puntellarsi necessariamente sul voto compatto dei gruppi parlamentari. In particolare del Senato, visti i numeri ristretti. Proprio quel Senato che è sempre stato la Camera più ribelle e indipendente dai vertici M5S.

 

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