Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per “il Corriere della Sera”
Marlene Schiappa in copertina su playboy
La copertina su Playboy, e ancora di più la pessima gestione dei due milioni del fondo Marianne alla memoria del professor Samuel Paty, hanno avuto ragione di Marlène Schiappa, quarantenne macronista della prim’ora, al governo sin dal primo mandato del presidente nel 2017.
Macron ha proceduto a un rimpasto di governo senza grandi sorprese, rinnovando la fiducia alla premier Elisabeth Borne e a tutti i ministri più importanti, con l’eccezione di Pap Ndiaye sostituito da Gabriel Attal all’Istruzione. Schiappa era segretaria di Stato all’Economia sociale, solidale e ambientale: un incarico sulla carta non di primo piano ma interpretato con grande capacità comunicativa, quella che è sempre piaciuta a Macron e alla sua influente consigliera, la moglie Brigitte.
Durante il suo incarico precedente, alla Parità uomo-donna, Schiappa si era impegnata a combattere le molestie per strada istituendo multe fino a 750 euro. Soprattutto, ha sempre difeso la parola del presidente in tutte le occasioni, anche nei momenti in cui Macron era più contestato e altri ministri preferivano non esporsi. Spregiudicata, coraggiosa, qualche volta troppo.
La premier Borne non le ha perdonato — «scelta del tutto inopportuna», la definì — il lungo servizio e la copertina su Playboy dello scorso 8 aprile. Un’intervista di 12 pagine «sulla libertà delle donne e sul femminismo». In quell’occasione l’entourage di Schiappa aveva spiegato: «È la prima politica a comparire sulla copertina di Playboy mentre parla della libertà delle donne in Afghanistan e ricorda che la Francia difende il diritto all’aborto ma anche i diritti LGBT+ nel mondo». […]
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