1. IL GOVERNO SCARICA LA LOBBY DEI BALNEARI
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo e Rosaria Amato per "la Repubblica"
GIORGIA MELONI ALL HOTEL VILLA DELLE PALME A SANTA MARINELLA
Alla mobilitazione contrappone il silenzio. Alla richiesta di un segnale immediato risponde con il rinvio a settembre. Giorgia Meloni è pronta a scaricare i balneari. Senza fare rumore, mentre i titolari degli stabilimenti promettono un gran frastuono il 9 agosto, quando terranno chiusi gli ombrelloni per due ore in segno di protesta contro il governo che non li ascolta più. La destra li ha “accarezzati” per racimolare voti e poi li ha abbandonati.
«Smettano di prenderci in giro. Facciano la legge di riordino in Consiglio dei ministri o almeno applichino le norme di Draghi», tuona Antonio Capacchione, il presidente del sindacato Sib dei balneari. Ma la premier non li accontenterà. Resta ferma. Sul tavolo del Cdm di stamattina, l’ultimo prima della pausa estiva, non ci sarà nessun provvedimento che venga incontro alle richieste.
Eppure il veicolo ideale è a portata di mano: il decreto “Salva infrazioni” che serve all’Italia per agevolare la chiusura delle procedure pendenti. I tecnici di Palazzo Chigi hanno già preparato una bozza, ma tra la quindicina di materie elencate non c’è nulla che ha a che fare con le spiagge. Soprattutto il governo ha deciso di approvare il provvedimento solo tra la fine di agosto e l’inizio di settembre.
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Né c’è qualcuno nel governo che spinge per integrare le norme alla ripresa dei lavori. «Si potrà fare solo se i toni da stadio dei partiti della maggioranza lasceranno spazio alla responsabilità», sottolinea una fonte dell’esecutivo di primo livello. Se ciò avvenisse, è il ragionamento, si potrebbe riattivare la trattativa con Bruxelles per portare a casa qualche risultato in favore dei concessionari uscenti.
A una condizione: recepire la direttiva Bolkestein. Una condizione che però viene rigettata dai balneari, oltre che da FdI e Lega. Per chi ha professato sempre «tutto tranne la Bolkestein», dire di sì sarebbe un boomerang. Il timore è legato non solo alla reazione dei propri elettori, ma anche al rischio che l’Europa, incassato il via libera alle gare, chiuda la porta in faccia alle varie richieste, a iniziare da quella di un indennizzo generoso per gli attuali concessionari.
LE CONCESSIONI BALNEARI - GRAFICO LA STAMPA
C’è un’altra ragione che spiega la strategia di Meloni. L’indizio è arrivato ieri da un portavoce della Commissione Ue: «Ricordiamo - ha sottolineato - che il nostro parere motivato è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia dell’Unione europea».
Arrivati a quel punto, i giochi saranno chiusi. I tempi stringono: il passaggio è atteso a settembre. Nel frattempo a nulla è valsa la contestazione dell’Italia, che al parere dell’esecutivo Ue ha risposto con la mappatura delle spiagge: un documento “anti Bolkestein” in cui si certifica che solo il 33% del litorale è in concessione, tra titoli in vigore e richieste in corso.
Una difesa debole, che il deferimento della Corte annullerebbe del tutto. Né c’è un paracadute all’orizzonte. L’ipotesi delle proroghe, anche in versione mini, verrebbe ribaltata dalla magistratura al primo ricorso, senza considerare che così facendo il governo andrebbe contro i richiami del Quirinale. Meloni tutto vuole tranne che rimettersi contro il capo dello Stato.
E poi ci sono le sentenze del Consiglio di Stato, quelle della Consulta, ancora le pronunce del Tar: gli elementi pro Bolkestein si fanno sempre più numerosi. Difficile opporsi ancora alle gare. […]
2. LO SCIOPERO DELL'OMBRELLONE
Estratto dell’articolo di Marco Menduni per “La Stampa”
Ombrelloni chiusi per due ore venerdì 9. La protesta degli operatori piomba anche nella Liguria dei 1.250 stabilimenti, nella regione dove l'attività di 15 mila persone ruota intorno ai lettini, alle sdraio, agli ombrelloni e altre 50 mila lavorano nell'indotto.
Dove il 70 per cento dei lidi è privato.
È una levata di scudi contro la nebbia che avvolge il futuro, in una baraonda in cui alcuni Comuni hanno già aperto (qualcuno anche concluso) le gare imposte dalla direttiva europea Bolkestein, altri rimangono immobili mentre si avvicina la data che appare ineludibile del gennaio 2025.
VIGNETTA DELL ECONOMIST SUI BALNEARI ITALIANI
Ma gli ombrelloni chiusi sono anche un segnale al governo. Lo riassume così Mirko Vaggi, il titolare dei bagni Cerutti di Spotorno: «Roma manca all'appello. La categoria si aspetta chiarezza, visto che il governo aveva dato delle rassicurazioni che invece continuano a non arrivare».
I balneari arrivano alla protesta degli ombrelloni (che si potrebbe ripetere altre due volte nel mese) in ordine sparso. Dilaniati dal dubbio di far più danno ai clienti che all'esecutivo, da cui continua ad aspettare risposte che non arrivano.
Il nostro viaggio inizia dal Tigullio. Quella del Covo di Nord Est di Santa Margherita è un'epopea che ha caratterizzato il golfo fin dagli anni Sessanta, quando qui si potevano incontrare Brigitte Bardot e Roger Vadim, Jane Fonda, Frank Sinatra. […]
Il Covo è anche uno stabilimento balneare e da qui Stefano Rosina, che continua a gestirlo, spiega: «Noi non partecipiamo alla protesta. Perché bisognava fare qualcosa già dal 2010 ma nessun governo che si è succeduto da allora ha mai avuto il coraggio di intervenire in maniera definitiva».
Così è subentrato il pragmatismo: «Ora le gare vanno fatte, anzi, le stanno già facendo diversi Comuni». Gli obiettivi sono cambiati: «L'importante è arrivare a una situazione stabilizzata, dove gli imprenditori possano fare degli investimenti avendo un periodo adeguato davanti a sé. Perché il mare è una ricchezza per tutti ma non c'è dubbio che qui nel Tigullio ci sia molta richiesta di lusso ed è un'opportunità per tutti intercettarla».
CONCESSIONI BALNEARI - MEME BY OSHO PER IL TEMPO
Al timone del Lido di Lerici, vicino alla Spezia, c'è l'insolita figura rappresentata da Marco Buticchi. Il suo è un altro stabilimento di prestigio, che guida alternando la sua attività a quella di autore di punta per Longanesi ("Le pietre della luna", "La voce del destino", "L'oro degli dei") e scrivere gli riesce bene.
Dice Buticchi: «Sono molto arrabbiato e ho anche molta paura. Questa protesta è un gesto contro un percorso che potrebbe eliminare un'attività come questa, nata nel 1893, a favore di chi arriverà con una maggiore disponibilità economica». […]
Dall'altra parte della riviera, a Sanremo, va forte il Boca Beach di Sanremo. Una realtà che dà lavoro a 100 persone nel week end e 40 durante la settimana. Lo gestisce Filippo Fava, insieme alla vicina discoteca Bay Beach e al Tatanka Club di Arma di Taggia.
Racconta: «Noi siamo entrati nel 2021 e abbiamo fatto investimenti per tre anni sulla base di un futuro rinnovo delle licenze nel 2033. Improvvisamente il quadro è cambiato e abbiamo dovuto ridimensionare tutto».
Il problema è sempre lo stesso: «Si continua a parlare dei nuovi bandi ma non si capiscono nemmeno le linee guida, se dovessimo uscire domani il piano d'ammortamento salterebbe completamente. Un piccolo banale esempio: 50 mila euro di celle frigorifere. Chi le risarcirebbe?». […]