Estratto dell’articolo di Jacopo Iacoboni per “La Stampa”
La questione adesso è prevalentemente burocratica, snellire tutti i passaggi, ma la strada – secondo due fonti incrociate nell’amministrazione italiana – è ormai decisa: il governo di Giorgia Meloni ha intenzione di revocare l’onorificenza di “Ordine al Merito della Repubblica Italiana” a Dmitry Peskov.
Perché sì, il portavoce di Putin è uno dei tanti gerarchi russi cui l’Italia, bellamente, concedeva onorificenze della Repubblica già ben dopo l’annessione illegale della Crimea, da parte della Russia, nel 2014. La revoca dell’onorificenza, se davvero come promesso avvenisse («voglio ringraziare – dice il radicale Igor Boni - il capo di gabinetto del sottosegretario Mantovano Nicola Guerzone per aver manifestato l’intenzione di revocare l’onorificenza a Peskov»), sarebbe merito di una campagna dei radicali italiani, che ancora ieri sono andati a Palazzo Chigi dove hanno consegnato un nuovo atto politico per chiederla, una petizione firmata da esponenti della cultura e del mondo politico italiano.
L’Ordine al merito fu dato a Peskov il 4 ottobre del 2017 dal governo di allora. Il premier era Paolo Gentiloni, il ministro degli Esteri (sono l’ambasciata a Mosca e la Farnesina che di solito istruiscono questo tipo di pratiche) Angelino Alfano.
Tra due giorni – il 7 ottobre, giorno del compleanno di Putin, e anniversario dell’assassinio di Anna Politkovskaja, che avvenne proprio nel giorno del suo compleanno – i radicali hanno organizzato anche un presidio davanti alla sede della Corte Penale Internazionale all’Aja per chiedere nuove incriminazioni a carico di Putin per crimini di guerra e contro l'umanità.
La revoca degli onori a Peskov, portavoce di Putin fin dall’aprile del 2000, benché puramente simbolica, sicuramente toccherebbe un nervo molto delicato dell’amministrazione del Cremlino, l’uomo che in tutti questi anni Putin ha mandato in giro – come e più di Sergey Lavrov – a sostenere l’inverosimile e negare anche l’innegabile.
Sia lui sia la sua famiglia amano l’Europa (celebri i loro shopping nelle capitali europee) e l’Italia. Peskov da dieci anni guadagna come portavoce di Putin una cifra intorno ai 173mila dollari (nel 2020), ma nel tempo è stato fotografato con un orologio da 600mila dollari e, come svelò la Fondazione Navalny, fece una luna di miele su uno yacht che costava 430mila dollari a settimana veleggiando per la Sardegna. […]
elizaveta peskova e il padre dmitry peskov 4
Peskov, così recitava la motivazione dell’onorificenza, era stato premiato «per aver contribuito in numerosissime occasioni al rafforzamento delle relazioni tra l’Italia e la Federazione russa, in particolare nei settori politico ed economico, dimostrandosi un sincero amico del nostro Paese». […]
DMITRIJ PESKOV E PUTIN valery gerasimov, dmitry peskov e yuri ushakov dmitry peskov vladimir putin Dmitrij Peskov e vladimir putin