Roberto Bagnoli per il Corriere della Sera
1 - DI PIETRO: "VOTEREMO A FAVORE" - BERSANI CONTRO: "TROPPI SOLDI VERSO I RICCHI"
La riforma delle tasse entra ufficialmente nell'agenda del governo e in quella politica di tutti i partiti. La conferma arriva direttamente dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ai suoi collaboratori ha annunciato che da domani se ne occuperà una task force di esperti.
Il modello di riferimento è quel famoso «Libro Bianco» (quasi 200 pagine) ideato nel dicembre 1994 dallo stesso Tremonti (all'epoca ministro delle Finanze) durante il primo governo Berlusconi. Doveva rivoluzionare radicalmente il sistema tributario ma la crisi della maggioranza di allora lo impedì.
tremonti berlusconi di corradi il fattoAnche di questo si è parlato nella colazione l'altro giorno ad Arcore tra Tremonti e il premier, entrambi concordi nel ripartire dal Libro Bianco. Il cui testo, forse non a caso, è apparso recentemente sul sito del Tesoro. Di certo, ha confidato Tremonti ai suoi, non sarà un provvedimento «chiuso » . L'importanza di questo passaggio dovrà prevedere un «dibattito ad ampio raggio nelle sedi scientifiche, accademiche, con le parti sociali ed avere l'ok dall'Europa».
E le reazioni non sono mancate. Lo stesso leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, di solito non certo collaborativo con il governo, ha affermato che se da «settimana prossima, invece di discutere la legge ad personam, Berlusconi porta in Parlamento la redistribuzione dell'equità sociale e dell'equità fiscale, noi voteremo a favore».
Così la Cgil, per bocca del segretario confederale Agostino Megale, ha annunciato che lunedì invierà al premier una lettera contenente le «nostre» proposte (100 euro netti al mese di riduzione delle tasse per pensionati e dipendenti entro tre anni) e la richiesta di avvio di un tavolo con tutte le parti sociali.
di pietroSia la Cgil che la Cisl si sono dette «scettiche» sulla proposta dell'introduzione di due aliquote del 23% e del 33% prospettata da Berlusconi nel corso di un colloquio con Repubblica. Così come il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, a Basilea per un incontro al Financial Stability Board, sul tema ha sorriso, ha ricordato che le sue posizioni sono note e ha detto che parlerà al Forex del 13 febbraio.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti ha smentito le «ricostruzioni giornalistiche che danno al governo la volontà di ridurre le imposte come segnale propiziatorio di consensi in vista delle elezioni regionali sono contrarie al vero e addirittura ridicole». Ma ha confermato che l'esecutivo, «tenendo fermo l'impegno alla disciplina di bilancio intende disegnare per il futuro, con la serietà e i tempi necessari un sistema fiscale diverso dall'attuale ormai superato dalla storia».
L'idea delle due aliquote ha comunque creato polemiche. Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani «fino a un mese fa eravamo sull'abolizione dell'Irap - ha detto parlando al Tg1 - sempre chiacchiere e mai un fatto, comunque la proposta è sbagliata, troppi soldi verso i ricchi».
TREMONTI E BERLUSCONIL'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco ha ricordato che una semplificazione del genere costerebbe circa 2 punti di Pil. Reazioni anche da parte dei professionisti come il presidente dell'ordine nazionale dei commercialisti Claudio Siciliotti il quale ha chiesto di «mettere fine agli annunci spot e di avviare una riforma seria che sposti i prelievi dal lavoro alle rendite».
berlusconi-bersaniPer il leader dell' Udc Pier Ferdinando Casini «Berlusconi ripropone cose di cui parla da ormai 16 anni, vedremo se riuscirà a realizzarle perché alla fine si viene giudicati da quello che si fa».
Anche il ministero ha comunque preso le distanze dall'ipotesi «due aliquote». Nel Libro Bianco, per esempio, ha ricordato il ministro dell'Economia, non ci fu mai solo quella proposta ma ben quattro ipotesi di «curve» con aliquote variabili.
Gli uomini del Tesoro sono certi comunque che la rivoluzione fiscale non sia più rimandabile e che dai prossimi giorni una task force si metterà al lavoro per aggiornare un lavoro concepito 16 anni fa. Sarà «working in progress», dicono al ministero, «non si può ipotizzare alla fine quante aliquote ci saranno, nè se sarà fatto già entro il 2010». E non è detto che alla fine le tasse caleranno.
Lo sosteneva già Tremonti nel 1994 alla presentazione della sua fatica: «Non promettiamo di pagare meno perché la finanza pubblica non ce lo consente, ma promettiamo di pagare meglio». Il sondaggio che l'altro giorno ha bocciato (con il 70%) la volontà del cancelliere tedesco Angela Merkel di ridurre le tasse, preferendo la linea del rigore, attualizza le parole del ministro.
berlusconi-dipietro2 - PER LA SEMPLIFICAZIONE SOLO OTTO IMPOSTE, UN'UNICA TASSA SULL'AUTO E IL BALZELLO «VERDE»
Solo otto imposte, case e auto agli enti locali, sforbiciata di 23 mila miliardi di lire (l'euro non c'era ancora) all'Irpef compensata da un aumento dei prelievo sui consumi, disboscamento della giungla tributaria con la sostituzione delle 3.368 leggi di allora con un solo codice tributario.
Era il 19 dicembre 1994 e la creatura del Professor Giulio Tremonti venne presentata alla stampa. Anche allora come oggi si premurò di aggiungere che «si tratta di un documento aperto nelle scelte e nelle conclusioni». Con un efficace effetto mediatico così il Professore definì le tre direttrici portanti: dal centro alla periferia (alias federalismo fiscale), dalle persone alle cose (tassazione ambientale e dei consumi), dal complesso al semplice (certezza di diritto).
Marcegaglia Bonanni EpifaniIl volume, in qualche modo la sintesi di una lunga attività editoriale di Tremonti proprio sul Corriere della Sera, creò una specie di effetto tellurico nel mondo dei tributaristi. Ma anche forti consensi. Come quello dell'economista Carlo Maria Cipolla che dalla California, dove si trovava per un ciclo di conferenze, inviò al professore-ministro una lusinghiera lettera nella quale lo spronava ad andare avanti dicendosi «ammirato dal coraggio da Lei dimostrato nel presentare il piano stesso, così drastico, così rivoluzionario, così contrario ai dettami della demagogia imperante».
VINCENZO VISCOMolte le intuizioni che poi, in qualche modo, sarebbero state introdotte successivamente anche senza una riforma organica. Come l'arrivo di tasse ecologiche per colpire l'energia che inquina di più. O l'esclusione dell'imposta sui redditi fino a 20 milioni di lire (10 mila euro) per i cittadini che hanno più di 70 anni. Il Libro Bianco prevedeva che lo Stato trasferisse ai Comuni la potestà impositiva sugli immobili, per assorbire le 14 tasse esistenti, con una quota a carico anche degli inquilini come accade in Gran Bretagna.
BERSANI Emiliano Carli per Il RiformistaL'aliquota sulla proprietà dell'immobile sarebbe dovuta variare dal 5 al 14 per mille. Inoltre finanziamento alle Regioni con i contributi sanitari (più forti degli attuali) e con un contributo unico sull'auto agganciato alla potenza fiscale del veicolo.
La scelta delle due aliquote secche è prevista solo all'interno di quattro soluzioni (con molte aliquote in funzione del carico familiare) che nel testo vengono descritte con una caratura sociologica: «Una curva di centro, due curve borghesi, una curva proletaria». «Definizioni scherzose», scrisse Tremonti nel testo. Ma su altri passaggi non scherzava affatto.
Come l'abolizione del segreto bancario per combattere l'evasione e la costituzione di una sorta di «banca dati centrale» di consulto immediato per raccontare tutti mi movimenti bancari e finanziari. C'era anche la creazione di 1500 sportelli polifunzionali per fare interfacciare il fisco con il contribuente e verificare lo stato dei rimborsi e dei pagamenti.
Draghi e Tremonti DRAGHI E TREMONTINon vi è dubbio che da allora ad oggi il Libro Bianco di Tremonti abbia bisogno di una corposa manutenzione. Lo riconosce lui stesso quando, conversando con i suoi, ammette il forte cambiamento in questi tre lustri del modello produttivo con il ridimensionamento della grande industria e l'esplosione del fenomeno delle partite Iva. Del modello sociale con i vecchi più numerosi ormai dei giovani. Del rapporto con l'ambiente e con le modifiche costituzionali del Titolo V.