Mauro Zanon per “Libero Quotidiano”
D'ora in avanti, in Francia, i genitori che metteranno in discussione la "transizione di genere" dei figli minori potranno perdere la potestà genitoriale. Martedì scorso, mentre il Paese era concentrato sui soliti bollettini Covid quotidiani, l'Assemblea nazionale ha adottato in via definitiva la legge che vieta le cosiddette «terapie di conversione», presentate come «pratiche, comportamenti o proposte ripetute volte a modificare o reprimere l'orientamento sessuale o l'identità di genere di una persona, vera o presunta, e che hanno l'effetto di alterare la salute fisica o mentale».
Chiunque praticherà le «terapie di conversione» per modificare l'orientamento sessuale di una persona, anche su sua richiesta, rischierà fino a tre anni di carcere e 45mila euro di multa.
«Gioia ed emozione nel vedere che la stragrande maggioranza del Parlamento ha votato a favore della legge che vieta le terapie di conversione, ma anche nel constatare che una schiacciante maggioranza (283 a 53) ha votato contro gli emendamenti che avrebbero impedito alle persone trans di essere protette!», ha esultato Rien à guerir, che si presenta come un'associazione di «sopravvissuti alle terapie di conversione».
Ma dietro la legge promossa dalla deputata della République en marche (il partito di Macron) Laurence Vanceunebrock, si nasconde anche altro, come notato da fior fiore di giuristi e psichiatri.
Il testo legislativo prevede infatti, nel caso in cui un genitore non volesse assecondare la «transizione di genere» della figlia o del figlio, «la revoca totale o parziale della potestà genitoriale».
Una scelta di società pericolosa, secondo il deputato dei Républicains (destra gollista) Xavier Breton, il cui risultato sarà «dividere le famiglie per lasciare il bambino o l'adolescente da solo ad affrontare i propri problemi».
L'altra questione che preoccupa gli esperti è l'inserimento dell'«identità di genere» nel testo. «Non potremo più occuparci di minori affetti da disforia di genere», ha protestato l'Observatoire de la petite sirène, gruppo che riunisce medici, psicologi e psichiatri infantili, prima di aggiungere: «C'è il rischio di rinchiudere i giovani in un'identità che forse non era altro che l'espressione delle loro difficoltà, molto comuni anche nell'adolescenza».
Presto, anche in Francia, potrebbero esserci dei casi come quello di Robert Hoogland, padre canadese che ha pagato con 6 mesi di carcere e 30mila dollari di multa la resistenza alla transizione della sua bambina di 12 anni.