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Estratto dell'articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”
«C’è un presidente e si chiama Giorgia Meloni». L’autocitazione della leader conferma, se ce ne fosse bisogno, quello che gli osservatori più smaliziati del “fenomeno” Fratelli d’Italia, definiscono «il grande equivoco»: FdI non è tanto un partito post-fascista, quanto un partito monarchico. Dove, in un modo e nell’altro, comanda solo una persona. Lei, Giorgia. L’imperatrice, la regina sin dal giorno dalla fondazione.
Che, al termine del primo anno di governo, nel corso dell’assemblea nazionale tiene a rimarcare il suo ruolo anche politico, di leader dell’unica formazione che ha portato la destra a Palazzo Chigi. Doppia carica: come Craxi, come Berlusconi, per fare due esempi. Un fardello pesante, ma la doppia presidente non è tipo che ama delegare troppo. Se non ai fedelissimi. Amici e parenti.
Riavvolgendo il nastro, non è che FdI sia cambiata moltissimo da quando, nel maggio del 2022, Meloni lanciava da superstar, nel rutilante proscenio del Milano Congressi addobbato come nelle convention dei repubblicani Usa, l’assalto elettorale.
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La promozione più evidente è quella della sorella Arianna, certo, assurta a second lady, la numero due del partito, capo della segreteria politica e responsabile di un tesseramento che rimane un’incognita: si conoscono gli iscritti del 2022 (204.128, quattro volte di più rispetto al 2019) ma non quelli del 2023 perché la campagna delle adesioni si concluderà a fine settembre. Arianna Meloni, comunque la si veda («Fa politica da prima di Giorgia», ricordano i Patrioti), è il bersaglio delle critiche sul familismo di un’aggregazione politica che è l’unica, nella storia repubblicana, ad avere promosso due parenti nello stesso governo.
giorgia meloni legge il signore degli anelli di tolkien
Francesco Lollobrigida, facilmente incoronato come cognato d’Italia, in realtà negli ultimi mesi è meno presente sui media - scelta maturata dopo un inverno di gossip e uscite molto discusse, come quella sull’«etnia italiana da tutelare » - ma Lollobrigida, raccontano in ambienti parlamentari, conta sempre molto. E dice la sua soprattutto quando si tratta di affrontare i dossier delle nomine.
Un altro uomo chiave come il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, “falco” per antonomasia, ha assunto il delicato compito di coordinare la comunicazione. È sempre lì, accanto alla leader. Come lo è stato ieri durante l’assemblea di FdI Giovanni Donzelli, il referente dell’organizzazione.
GIORGIA MELONI CON LA SORELLA ARIANNA E PATRIZIA SCURTI
I volti nuovi? Dopo Ferragosto, dopo le vacanze trascorse nella masseria di Ceglie insieme alla famiglia di Marcello Gemmato (altro nome che pesa negli eqilibri interni), c’è stato un turnover nei dipartimenti. E le nomine hanno premiato i più devoti alla causa. E alle direttrici del «Dio, Patria e Famiglia ». A partire da Maddalena Morgante, nuova responsabile della Famiglia, la parlamentare che attaccò il cantante Rosa Chemical: «Proteggiamo i nostri bambini da Sanremo e dalla propaganda transgender ».
E poi il titolare della Comunicazione, Andrea Moi, padre della campagna estiva sulle spiagge con trovate come il cruciverba del Patriota. E Alfredo Biondi, nuovo responsabile degli enti locali, votatissimo sindaco dell’Aquila che nel suo stato Whatsapp cita una frase (“Il nostro posto è all’aria aperta, arma al braccio e nel cuore le stelle”) di Jose Antonio primo de Rivera, fondatore della Falange, movimento politico spagnolo di ispirazione fascista.
E il programma? Da Fazzolari è passato a un dirigente da lui indicato, Francesco Ficini, un altro viaggiatore di lungo corso della Destra romana partito dal Fronte della Gioventù e che probabilmente sarà in corsa per la guida del partito a Roma. E al Lavoro è arrivata l’assessore regionale piemontese Elena Chiorino: anche lei si picca di essere fra le fondatrici del partito.
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L’opposizione? Si è limitata a qualche borbottio del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, dopo il siluramento di Massimo Milani dalla guida del partito a Roma. O dopo la mancata candidatura dello stesso Rampelli alla Regione: «Sono come la sora Camilla, tutti la vonno e nissuno la pija», disse in quest’ultima occasione.
Anche le nomine ai vertici dei dipartimenti non hanno entusiasmato. Ma Rampelli alla vigilia dell’assemblea di ieri ha incontrato Arianna Meloni e ha rimosso qualsiasi tentazione di mettersi di traverso: «L’opposizione interna? Non esiste».
Morale: congressi sì, ma non quello nazionale. E non si celebreranno neppure le assise regionali. Restano i congressi locali, che per buona parte saranno unitari. Con qualche eccezione come quella romana, dove il favorito sembra Marco Perissa, l’uomo che raccolse l’eredità di Azione giovani proprio dall’attuale premier. Un altro cavallo della scuderia. O, se volete, un altro suddito della regina.
ANNA PARATORE - GIORGIA E ARIANNA MELONI - FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - FEDERICO PALMAROLI - POSTER BY MACONDO GIORGIA E ARIANNA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - FOTOMONTAGGIO DEL FATTO QUOTIDIANO GIORGIA E ARIANNA MELONI giorgia meloni