Marco Ansaldo per “la Repubblica”
Ma quanto fumano i cardinali? Secondo una lettera inviata dal Governatorato della Santa Sede a uno degli eminentissimi porporati, alla testa di uno dei ministeri chiave della Curia romana, il numero di sigarette in dotazione è altissimo: fino a 500 pacchetti al mese. Di cui almeno 200 da poter comprare scontati. Ma qualcuno ha mai visto un cardinale fumare? Nessuno. Almeno in pubblico. Cosa se ne faranno, dunque, i porporati di una tale quantità di stecche di “bionde”, è un vero mistero.
Il foglio che pubblichiamo e che porta la sigla del segretario generale del Governatorato, padre Fernando Vergez Alzaga, è indirizzato a «Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Card. George Pell, Prefetto della Segreteria per l’Economia ». La data è del 26 marzo 2014. Meno di un mese prima l’australiano Pell era stato nominato da Francesco nuovo ministro dell’Economia vaticano, con l’incarico di abbattere drasticamente costi e spese e di avviare la riforma in materia finanziaria.
«Eminenza Reverendissima – si legge – La prego di accogliere le mie più vive felicitazioni per la Sua nomina a Prefetto per l’Economia. Nel contempo mi pregio di informare Vostra Eminenza che a favore degli Eminentissimi Cardinali sono previste le seguenti facilitazioni».
VATICANO I CARDINALI A RACCOLTA
Seguono quattro punti che riguardano i prodotti alimentari, da acquistarsi «presso lo Spaccio Annona e presso il Magazzino Comunità con lo sconto del 15%»; il settore abbigliamento, l’assegnazione dei litri di benzina, e le sigarette. E la facilitazione, in questo campo, prevede «uno sconto del 20% sul prezzo di listino limitatamente a 200 pacchetti di sigarette dei 500 complessivi assegnati mensilmente».
Più che decente anche l’assegnazione «di 400 litri mensili di carburante a prezzi particolari così suddivisi: a) buoni ad addebito interno (Buoni Verdi) 100 lt; b) Buoni a prezzo speciale (sconto del 15% sul prezzo in vigore) 300 lt». Dove i crediti sono da richiedere «con buoni Cardinalizi (di colore bianco) da utilizzare presso gli impianti interni della Santa Sede; e/o con Buoni Fuori Roma da utilizzare presso i distributori esterni».
I PAPI SANTI VATICANO VISTA DALLA TERRAZZA PREFETTURA
In Vaticano c’è chi dice che quello delle sigarette sia «solo un piccolo benefit per i cardinali, soliti portare questi pacchetti in regalo. Per chi non se lo può permettere poi è un bel risparmio, e i porporati sono felici di fare questi doni». Ma c’è anche chi perfidamente insinua che chi riceve le stecche le rivende poi su eBay. Altri prelati, infine, e sono i più, ammettono di non avere «mai chiesto un pacchetto di sigarette né un litro di benzina».
Ma chi fuma, allora, tra i cardinali di Curia? Nomi in Vaticano non se ne fanno. C’è però chi invita a individuare olfattivamente coloro che «odorano di fumo, magari solo anche di pipa o di sigaro». Qualche fumatore allora c’è. E comunque una sigaretta non è certo un peccato. Si racconta che nel primo dei due conclavi del 1978 il cardinale di Madrid, Vicente Enrique y Tarancon, tabagista impenitente (morto nel 1994 a 87 anni) fosse preoccupato perché nella sala da pranzo nessuno fumava.
Una mattina, con finta nonchalance, accese una sigaretta, pensando di scusarsi se gli altri cardinali avessero reagito. Ma, in pochi minuti, altri avevano seguito il suo esempio. E quando Papa Luciani fu infine eletto (la fumata bianca), il porporato belga Suenens disse che un cardinale americano aveva chiesto al nuovo Papa il permesso di fumare, qualcosa «contrario al protocollo». Giovanni Paolo I riflettè solennemente e poi rispose con un sorriso: «Eminenza, lei può fumare. Ma a una condizione: il fumo deve essere bianco!».