Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”
L'emendamento sul terzo mandato per il momento resta lì a far ballare la maggioranza. Giorgia Meloni si aspetta che la Lega lo ritiri, senza chiedere contropartite, per evitare una spaccatura in Parlamento che avrebbe conseguenze politiche imprevedibili.
Matteo Salvini ha fatto sapere a Palazzo Chigi che per lui lasciare i governatori alla guida delle Regioni, leggasi Luca Zaia, non è assolutamente una priorità e che, anzi, non si aspettava una reazione così dura da parte dei ministri di Fratelli d'Italia (Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani).
Il vicepremier è intervenuto per cercare di spegnere le polemiche: «Il terzo mandato non mi toglie il sonno». Il partito di Meloni però non si fida fino in fondo dell'alleato e sono già cominciati i sondaggi con gli altri partiti nel caso in cui l'emendamento dovesse essere votato la prossima settimana.
In particolare, da Via della Scrofa sono partiti i contatti con Italia Viva: il timore, infatti, è che se i tre senatori leghisti (tutti veneti) non ritirassero il loro emendamento a favore di Zaia, il Carroccio potrebbe cercare appoggi nell'opposizione, in particolare nel Pd.
Uno scenario complicato da un punto di vista numerico e soprattutto politico, ma Meloni non vuole sorprese. Sul terzo mandato difficilmente la Lega avrebbe potuto contare sul Pd, che a sua volta è spaccato tra quanti, come la segretaria Elly Schlein e il capogruppo al Senato Francesco Boccia, è contrario alla riforma e chi, Stefano Bonaccini, Lorenzo Guerini e Antonio Decaro, la pensa al contrario. La linea per il momento è quella di lasciare litigare la maggioranza, discutendo con i propri amministratori locali, senza sbilanciarsi troppo […]
I dirigenti dem sanno benissimo che se la maggioranza si rompesse in Senato sarebbe un colpo duro per Meloni, ma facendo i conti dei membri della commissione Affari costituzionali un'eventuale somma tra Pd e Lega non basterebbe a superare il fronte del No, guidato da FdI, con l'appoggio di Forza Italia e Noi Moderati.
Anche perché difficilmente il Movimento 5 Stelle potrebbe votare un provvedimento così lontano dai propri principi fondativi e lo stesso vale per Sinistra italiana. Alle ambascerie leghiste, basate sull'argomento che questo emendamento è di fatto un atto dovuto nei confronti di Zaia, si sono aggiunte le parole dello stesso Salvini […]
Dichiarazioni che da Fratelli d'Italia leggono come la premessa di una ritirata strategica, «anche perché – spiega un dirigente – se la norma fosse bocciata in commissione sarebbe poi difficile per loro riproporla più avanti». Un modo per lasciare intendere che per ora non se ne parla, ma dopo le Europee una discussione si può aprire. L'auspicio di FdI è che si arrivi presto a questo ritiro, anche per togliere motivi di tensioni a una settimana importante per la coalizione.
MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI
Martedì si riunirà il tavolo delle amministrative, al quale siederanno i delegati dei leader, i nodi sono sempre gli stessi, i candidati sindaci delle grandi città, (a partire da Perugia, Cagliari e Potenza) e forse anche le Regioni, con la scelta del nome per la Basilicata a dividere i partiti. Mercoledì, poi, i leader della coalizione si ritroveranno alla Fiera di Cagliari per il comizio a sostegno di Paolo Truzzu. […]
matteo renzi moncler GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI