Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”
I dati sono chiari e semplici. I giovani votano l’estrema destra, l’AfD, più della media. E in controtendenza rispetto a quello che è stata la storia culturale non solo del ‘68, ma anche di tutte le altre generazioni che nel dopoguerra li hanno preceduti nel passaggio alla vita adulta in Occidente. [...]
[...] In Turingia, tra i 18 e i 24 anni, il 38% ha votato l’AfD —5 punti in più di quanto ha ottenuto il partito — in Sassonia il 31%. Inoltre, l’incremento del consenso, paragonato ad altri gruppi d’età, è stato vertiginoso. In Turingia, nel 2019 «solo» il 17,5% dei giovani scelse l’AfD: c’è quindi un salto di oltre il 20%. In Sassonia del 14%. Per gli altri gruppi, lo scarto è proporzionale ai risultati generali, circa del 3%. In caduta libera, tra i ragazzi, i verdi.
[...]
Il punto di partenza è l’uso dei social media, dove l’AfD straccia tutti. Alice Weidel è la più seguita su TikTok tra i politici tedeschi (327 mila follower, sebbene Scholz con l’apertura dell’account abbia recuperato). Posta video mentre guida l’auto con la compagna — in Svizzera, perché è lì che ha residenza la capa degli ultranazionalisti —, l’inquadratura è dal basso, domestica, lei appare sicura e riconoscibile con i suoi iconici accessori (la collana di perle, la camicia bianca). In altre parole, «funziona».
Dice Aiko Wegner, politologo, al Tagespiegel: «La comunicazione dell’AfD è percepita dai ragazzi come moderna, cool, diretta. Si tratta di una strategia deliberata: da anni investono nei social per raggiungere i giovani». I loro temi fanno presa, soprattutto la sicurezza.
Lo psicologo Rüdiger Maas che dirige l’Istituto di ricerca sulle generazioni ad Augusta, in un’intervista alla Neue Zürcher Zeitung individua due fattori chiave nel voto: i social, appunto, e i genitori. Lo fa in base a un lungo sondaggio, realizzato dal suo team per strada e per telefono, che l’ha lasciato «scioccato».
Non c’è dubbio, per lui, che la maggioranza dei ragazzi si formi le idee politiche su TikTok. «Quando li intervistavamo perché la pensano così sui migranti — spiega —, citavano tutti gli stessi video. L’impatto dei network è enorme». Fa l’esempio dell’attentato di Solingen. Mentre i partiti faticosamente spiegavano che sull’immigrazione qualcosa deve cambiare, l’AfD ha sintetizzato: lo dicevamo noi. Efficace, sintetico, da outsider.
Ma più originale è il ruolo che assegna ai genitori. Secondo Maas c’è un collegamento diretto tra l’educazione e il voto: «Molti genitori hanno viziato troppo i bambini, risolvendo loro tutti i problemi. Ora i loro figli trasferiscono questo sullo Stato, a cui chiedono di risolvere i loro problemi». Ossia, la definizione del populismo.
[...]
C’è un dato ancor più sorprendente. Molti ragazzi che votano AfD non lo percepiscono come estremista. «L’aspetto nazionalsocialista o autoritario non li spaventa. Al contrario, lo accettano consapevolmente, senza considerarlo particolarmente problematico». La metà ritiene l’AfD centrista. In altre parole, ciò che fa più paura a chi ha 45 anni — la minaccia autoritaria — per questi ragazzi non esiste.
manifesto elettorale afd ALICE WEIDEL TINO CHRUPALLA - AFD bjorn hoecke