LA GERMANIA “PROCESSA” SCHROEDER, IL LOBBISTA DI PUTIN: "VIA I PRIVILEGI DA EX CANCELLIERE" - IL POSSIBILE INGRESSO DELL’EX POLITICO SOCIALDEMOCRATICO NEL CDA DI GAZPROM SCATENA UN'ONDATA DI POLEMICHE. L'ASSOCIAZIONE DEI CONTRIBUENTI TEDESCA CHIEDE CHE GLI VENGANO TOLTI L'UFFICIO E LA SCORTA. LA CDU LO HA ACCUSATO DI AVER “PERSO OGNI SENSO DEL PUDORE” - I SOCIALDEMOCRATICI SI SPACCANO...

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Tonia Mastrobuoni per "la Repubblica"

 

SCHROEDER PUTIN SCHROEDER PUTIN

Nei giorni scorsi, mentre Vladimir Putin stava mandando l'ennesimo battaglione sulla frontiera con l'Ucraina, l'ex cancelliere Gerhard Schroeder si indignava pubblicamente per il «tintinnar di sciabole » proveniente da Kiev. Surreale, per il resto del mondo. Ordinaria amministrazione per chi segue da vicino le tormentate contorsioni dell'ex politico socialdemocratico che quasi due decenni fa chiuse l'accordo con il Cremlino per il più controverso gasdotto del mondo: Nord Stream 2.

 

Da quando ha perso le elezioni contro Angela Merkel, nel 2005, Schroeder si è fatto catapultare nel board della società che gestisce il gasdotto russo-tedesco e del colosso energetico russo Rosneft ed è diventato il più potente lobbista di Putin in Europa. Tanto che tempo fa il quotidiano più atlantista della Germania, la Bild, chiese che gli venisse persino negata la definizione di "Altkanzler", di ex cancelliere.

 

SCHROEDER PUTIN 11 SCHROEDER PUTIN 11

Ma da venerdì scorso, quando si è diffusa la notizia che Schroeder è candidato per il Consiglio di sorveglianza del grimaldello geopolitico di Putin per eccellenza, Gazprom, i mormorii in Germania contro Schroeder si sono trasformati in grida scandalizzate. Il capo della Cdu, Friedrich Merz, lo ha accusato di aver «perso ogni senso del pudore». E per il responsabile Difesa dei bavaresi della Csu, Florian Hahn, «non può incassare soldi da Gazprom e dallo Stato tedesco contemporaneamente ». Persino dalla maggioranza "semaforo" che sostiene il governo Scholz sono arrivati segnali di irritazione.

 

La presidente della Commissione Difesa del Bundestag, Marie- Agnes Strack-Zimmermann (Fdp) si è associata alla richiesta dell'opposizione che a Schroeder vengano tolti tutti i privilegi da ex cancelliere. E una protesta analoga è arrivata anche dall'Associazione dei contribuenti tedesca, che pretende che gli vengano tolti l'ufficio e la scorta. Una spesa da 500mila euro all'anno che si aggiunge alla sua pensione da ex governatore della Bassa Sassonia (8.700 euro al mese); una spesa pubblica ritenuta incompatibile con il suo ruolo di «lobbista degli interessi economici russi».

gerhard schroeder e vladimir putin gerhard schroeder e vladimir putin

 

Ma la Spd continua a spaccarsi su Schroeder, a evitare ogni attacco pubblico contro l'uomo che varò l'Agenda 2010 e che negli Anni 2000 ebbe il coraggio di sfilarsi dalla "coalizione dei volenterosi" messa insieme da George W. Bush che sostenne le guerre in Afghanistan e Iraq. Schroeder è stato in grado, in questi decenni, di costruire una solida rete di sostenitori, in Germania.

 

Nella regione dove sfocia Nord Stream 2, il Meclemburgo-Pomerania, tutti gli uomini più influenti intorno alla governatrice Manuela Schwesig - indefessa sostenitrice del gasdotto - sono ex consiglieri e collaboratori di Schroeder. E uno di loro, Dieter Haller, era stato nominato ai vertici di Gas for Europe, l'azienda proprietaria del pezzo di gasdotto tedesco che dovrebbe convincere le Autorità delle reti tedesche ed europee della sua indipendenza dalla russa Gazprom. Ma, racconta la Faz , il ministero degli Esteri ha posto un veto.

 

 

gerhard schroeder e vladimir putin gerhard schroeder e vladimir putin

Anche i vertici della Spd sembrano ancora legati a Schroeder, a partire dal presidente Lars Klingbeil, ex pupillo del futuro consigliere Gazprom, che nelle scorse settimane si è sentito costretto a tematizzare il nodo dei rapporti russo-ucraini in una riunione del partito. E intanto il capogruppo Rolf Mützenich, esponente dell'ala sinistra, ha ragionato pubblicamente su alternative alla Nato. Mentre il segretario generale Kevin Kühnert, con 100mila soldati russi alla frontiera ucraina, continua a parlare di un «conflitto provocato dalle parole».

 

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