GIORGETTI DICE DI NON CONTESTARE LA LINEA DI SALVINI MA FA CAPIRE QUALI SIANO I RAPPORTI TRA LORO: “NON GUARDO MAI I SOCIAL. SALVINI PARLA ANCHE A QUEL MONDO LÌ. IO SOLO A UN ALTRO, CHE FORSE OGGI È MINORITARIO MA ESISTE E, COMUNQUE, CONTA DI PIÙ DI QUEL CHE SI CREDA NORMALMENTE. DRAGHI? NON È UN OSSESSIONE, A ME PIACE. TUTTI PARLANO DI QUANTI SOLDI FARCI DARE DALL’EUROPA E INVECE DOVREMMO CONCENTRARCI SUL COSA FARCI”  – JENA: ''MA QUANDO ANDREOTTI DICEVA CHE IL POTERE LOGORA CHI NON CE L' HA, PENSAVA A SALVINI?''

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salvini giorgetti salvini giorgetti

1 – POTERE

Jena per “la Stampa” - Ma quando Andreotti diceva che il potere logora chi non ce l' ha, pensava a Salvini?

 

2 – «RIPARTIRE MA CON RESPONSABILITÀ»

Maurizio Lucchi per “la Prealpina”

 

Allora onorevole Giorgetti, come sta nell’autoisolamento sul lago di Varese? «Veramente in questo momento sono a Montecitorio... Quando la Camera si degna di aprire le porte io vado a fare il mio dovere». Il tono della voce è ironico, come sempre. Ma le parole sono decise: «Si favoleggia del mio autoisolamento - spiega - ma è una leggenda. In realtà da due mesi viviamo una sospensione della democrazia. Un buon cittadino, e io penso di esserlo, quando c’è la quarantena e gli dicono di stare a casa lo fa». «E ho anche - ci tiene a sottolinearlo con una punta di malizia, Giancarlo Giorgetti - la barba e i capelli lunghi perché rispetto le regole, spero che lo facciano tutti».

calderoli - giancarlo giorgetti calderoli - giancarlo giorgetti

 

giorgetti bossi giorgetti bossi

«Ma questa obbedienza cieca diventa una colpa quando l’emergenza finirà. Noi come opposizione abbiamo cercato in questi mesi di dare consigli al Governo. Non li hanno accettati, anzi li hanno snobbati. Errore mortale. Ora che si esce da questa fase dovranno dare delle risposte. Secondo me questa ansia da prestazione da pieni poteri che ha avuto il presidente Conte non gli gioverà per nulla».

 

MATTEO SALVINI CON LA MASCHERINA MATTEO SALVINI CON LA MASCHERINA

Onorevole Giorgetti, si è letto che il suo isolamento fosse dovuto anche a contrasti con Matteo Salvini, come vanno le cose con il leader del suo partito? Ride: «Come sempre. Non c’è alcun disaccordo». Beh ma qualche contrasto lo avete avuto e non sembrate davvero sempre d’accordo sulle scelte o sulle strategie. O mi vuol forse dire che i contrasti sono la replica dello schema che veniva usato in passato da Bossi, quando si creava dei finti oppositori interni per confondere gli avversari e poi sorprenderli? «Assolutamente no - replica. - Io ho sempre lavorato per unire le anime della Lega, non sono per natura una persona che crea divisioni. La mia storia è lì a raccontarlo. Con Salvini spesso ci confrontiamo, a viso aperto, e poi si trova sempre la sintesi. Del resto ognuno ha le proprie idee, viene da esperienze differenti e questa è una ricchezza. Non è così difficile da capire: le nostre posizioni sono complementari. Io non ho Twitter e nemmeno Facebook, non guardo mai i social e nemmeno leggo quello che scrivono di me sul web. Si tratta di una scelta.

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Salvini invece comunica moltissimo anche attraverso i social. Ecco: lui parla anche a quel mondo lì. Io solo a un altro, che condividiamo, e che forse oggi è minoritario ma esiste e, comunque, conta più di quel che si creda normalmente».

MARIO DRAGHI. MARIO DRAGHI.

 

Va bene, come la mettiamo con la questione della sua proposta di Draghi come futuro Presidente del Consiglio? Salvini la pensa come lei? «Allora, per prima cosa ricordo che Il mio partito si chiama Lega Salvini premier e quindi è chiaro che l’obiettivo è scritto nel nome del movimento che ho contribuito a far nascere e del quale sono vice segretario.

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Detto questo, il nome di Draghi non lo ho tirato fuori adesso: lo ho fatto già alla fine dello scorso anno. Ma non è che abbia una ossessione sul nome di Draghi. Poi, sì, a me piace. Chi vuol capire vada a rivedere l’intervento di Draghi in Cattolica dell’11 ottobre 2019. Il titolo era: Conoscenza, coraggio e umiltà. Chi vuole governare questo Paese deve avere queste tre virtù».

MATTEO SALVINI VESTITO DA MEDICO MATTEO SALVINI VESTITO DA MEDICO

 

 Passiamo al tema del giorno, la lotta al coronavirus. Come giudica l’azione della politica? «Io non amo dare giudizi ma in questo caso è sceso in campo il meglio e il peggio della società italiana. Il meglio sono i medici e il personale infermieristico, quelli che si sono battuti in prima linea. La politica invece non ha fatto una bella figura. Da un lato i vari livelli di governo hanno fatto a gara ad invadere i campi di competenza uno dell’altro, spesso con un’ansia compulsiva di protagonismo. Dall’altro il gioco dello scaricabarile per quel che riguarda le colpe è stato deleterio.

 

mario draghi bazooka mario draghi bazooka

A proposito di responsabilità trovo singolare che nel dibattito italiano, contrariamente a quanto avviene nel resto del mondo, nessuno si sperimenti nel giornalismo d’inchiesta sulle responsabilità della Cina, ma di questo se ne parlerà presto». E cosa pensa allora della conduzione della crisi da parte della Regione Lombardia? «Le dico solo una cosa: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Vedo un bel festival di personaggi che si scagliano quotidianamente, anche con un astio davvero fuori luogo, contro il presidente Attilio Fontana. E anche molti media ci hanno messo del loro per aizzare questo guerra di tutti contro tutti. Una cosa sbagliata, inutile e grave in una situazione straordinariamente grave e per la quale nessuno, e dico nessuno, al mondo era preparato.

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Oggi è facile fare i professori, distribuire patenti. Ma se neppure la scienza è stata in grado di prevedere, e ancora oggi non ha completamente capito e spiegato che cosa occorre fare, perché si sparano giudizi e si sputano sentenze? Faccio un esempio, quando ci fu il terremoto in Friuli nel 76 l’epicentro era lì, esso venne avvertito e fece danni anche nelle regioni vicine ma i morti furono in Friuli. Ecco noi abbiamo avuto il terremoto in Lombardia. E ricordiamo che anche la scienza ha imparato sbagliando, cammin facendo si impara».

 

MATTEO SALVINI MATTEO SALVINI

E sulla questione sovranista come si pone? Specie nei confronti dell’Europa? «Allora - risponde Giorgetti - il sovranismo è connesso al principio di democrazia, nel senso che il potere sovrano appartiene al popolo. Ora occorre declinare l’interesse nazionale in un nuovo scenario. Con orgoglio dobbiamo difendere le nostre ragioni in Europa e nel mondo intero, senza alcun complesso di inferiorità. Non siamo degli accattoni! Tutti parlano di quanti soldi farci dare dall’Europa e invece dovremmo concentrarci sul cosa farci, dal Governo di idee ne ascolto tante ma molto confuse. Dobbiamo avere cura innanzitutto delle nostre capacità di fare, del nostro genio imprenditoriale.

 

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Non ci serve iniettare la droga dell’assistenzialismo ma pensare a come mettere a frutto i soldi che arrivano. La mia paura è che qualcuno pensi di passare da un “dovere di assistenza” ad una ”cultura dell’assistenzialismo”. Dobbiamo evitare il rischio mortale della assuefazione all’ assistenza, che è una droga. Come la morfina: la si può dare a chi soffre dopo una operazione ma per poco tempo, non in eterno. Se non si evita questo rischio, la vedo male. Noi adesso dobbiamo puntare a sostenere le nostre imprese e le nostre capacità con i soldi che arrivano, o che dovrebbero arrivare visto che di risorse dal governo fino a oggi se ne sono viste pochissime. Poi tutti riprenderanno a marciare sulle loro gambe».

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