Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
giancarlo giorgetti - foto lapresse
Cambia il direttore per l’Italia del Fondo Monetario Internazionale. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha deciso di non rinnovare il mandato biennale a Federico Giammusso, per sotituirlo a partire dal primo novembre con il capo della sua segretaria tecnica, Riccardo Ercoli. Quindi una persona a lui vicina, chiamata ad interpretare la sua linea.
Roma presenterà questa scelta come un normale avvicendamento, ma in realtà la conferma almeno per due mandati è abbastanza usuale. La decisione sarà poi maturata da tempo, ma avviene ora sullo sfondo delle tensioni fra Giorgetti e l’Fmi, dopo la sollecitazione fatta all’Italia di essere «più ambiziosa» nel ridurre il debito.
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Mercoledì l’Fmi ha pubblicato il Fiscal Monitor, in cui ha notato che il debito italiano salirà fino al 2029, arrivando al 142,3%. Il giorno dopo, presentando l’Outlook per l’Europa, Helge Berger ha risposto così ad una domanda su cosa dovrebbe fare Roma: «Il rapporto debito-pil dell’Italia è calato molto rispetto al picco del 2020, però resta ancora molto elevato. È cruciale essere un po’ più ambiziosi, invece di ridurre solo gradualmente i deficit».
Giorgetti non l’ha presa bene, viste anche le tensioni interne sulla manovra. Giovedì sera si è sfogato così: «Quando rinasco faccio l’economista del Fondo». Venerdì poi ha visto la direttrice Georgieva e le ha chiesto un chiarimento. «Durante l’incontro — ha scritto il ministero del Tesoro — l’Italia ha ricevuto elogi per il suo impegno a perseguire il consolidamento di bilancio, promuovendo allo stesso tempo la crescita economica».
Il problema del debito però è un dato numerico, che non sparisce grazie ad una dichiarazione. Lo riconosce ad esempio Parigi, che fa parte dei paesi europei sollecitati ad essere «più ambiziosi». Giorgetti ha scelto di non incontrare i media italiani a Washington, ma i suoi colleghi francesi hanno invitato Repubblica ad un briefing ristretto a poche testate internazionali.
Il governatore della banca centrale François Villeroy de Galhau, ha risposto così alle considerazioni del Fondo: «Vorrei dare una precisazione tecnica. Le previsioni dell’Fmi vengono fatte in base alle politiche attuali, senza tenere conto dei cambiamenti. La Francia ha un debito significativo, e lo stesso credo valga per l’Italia. La stima del Fondo però non incorpora ancora quanto è stato annunciato dai governi, perché lo fa solo quando le misure sono state votate. In questo senso noi concordiamo sul fatto che dobbiamo fare meglio, proprio perciò il governo ha presentato il suo piano».
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giancarlo giorgetti - foto lapresse
Nei corridoi del Fondo questa differenza di approccio è stata notata. Invece di chiedere alla Georgieva una dichiarazione conciliante, che comunque non può cambiare la sostanza matematica del debito in aumento, Giorgetti poteva imitare i colleghi francesi e sfruttare la raccomandazione dell’Fmi come leva all’interno della coalizione di governo.
Così avrebbe avuto un’altra motivazione forte per chiedere i provvedimenti che sa essere necessari, i sacrifici, facendo nello stesso tempo l’interesse interno e internazionale dell’Italia, con il doppio obiettivo di consolidare i bilanci e favorire la crescita.