Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
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[…] Giorgia Meloni, di fronte alle proteste di Polonia e Ungheria, suoi alleati storici, allarga le braccia: quello trovato sui migranti pochi giorni fa «è un buon compromesso, anche se comprendo le ragioni di chi protesta». È un esempio di realpolitik, ed è anche l’emblema plastico di una svolta che la presidente del Consiglio compie a 360 gradi nel giro di 24 ore.
Prima del vertice, in Parlamento, due giorni fa, ha attaccato la Ue sul Mes, sul Pnrr e su un presunto doppio registro da parte delle Commissione nei confronti del suo governo rispetto a quello presieduto da Draghi. Ma la Camera dei deputati, le parole rivolte alla sua maggioranza e al suo elettorato sono una cosa, gli atti e le dichiarazioni all’Europa Building un’altra. Quella che arriva a Bruxelles è un’altra premier, che non ha l’indice puntato contro le istituzioni dell’Unione. Il registro è completamente diverso […]
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[…] mentre Meloni prende la parola in Consiglio per ribadire la linea italiana sulla difesa dei confini esterni dell’Unione di fronte alle migrazioni clandestine, in Italia una riunione di Fratelli d’Italia certifica che oggi a Roma, alla Camera, si userà un espediente, senza che i big della maggioranza prendano la parola, per rimandare la questione della ratifica del Mes a dopo l’estate, forse addirittura al 2024, come qualcuno nella maggioranza si spinge a ipotizzare.
Oggi lasceranno che la discussione si avvii, poi nei prossimi giorni sarà presentata una sospensiva. Un rinvio che era già previsto, che forse affiorerà oggi nella sessione del Consiglio dedicata all’economia, ma che rimarca il doppio registro che il nostro Paese sta giocando rispetto a diversi dossier dell’Ue.
Eppure Meloni si mostra soddisfatta perché proprio sui migranti, e lo dice apertamente, «abbiamo cambiato la narrazione della Ue in otto mesi, le conclusioni di oggi erano impensabili» quando siamo arrivati al governo. E i dodici miliardi in più annunciati da Ursula von der Leyen per la migrazione nell’ambito della revisione di bilancio «sono un buon punto di partenza.
È importante capire che per risolvere questo problema abbiamo bisogno di soldi che non devono essere spesi solo a livello di sicurezza. Abbiamo bisogno di cooperazione» con i Paesi africani. […]
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