GIORGIA MELONI VUOLE USARE IL CASO ALBANIA PER FAR SALTARE IL GOVERNO? - IL RETROSCENA DI “REPUBBLICA”: “RACCONTANO DAL CERCHIO MAGICO CHE LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO È PRONTA A RENDERE LO SCONTRO CON LA MAGISTRATURA SUI MIGRANTI IL TERRENO SU CUI ROMPERE, STRAPPARE, LUCRARE CONSENSO. DA PORTARE ADDIRITTURA A PRETESTO PER POTER EVENTUALMENTE EVOCARE LE ELEZIONI, SE LA SITUAZIONE COMPLESSIVA DOVESSE PEGGIORARE (SOPRATTUTTO A CAUSA DI UNA MANOVRA SENZA RISORSE). E QUESTO PERCHÉ CONSIDERA IL PROGETTO DI UN HUB IN ALBANIA POPOLARE, CIOÈ VANTAGGIOSO PER LA DESTRA”

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Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 2 edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 2

Un decreto, nonostante le polemiche. Sfidando tutti: la Corte di giustizia europea, il Colle, i magistrati. Giorgia Meloni non intende fermarsi. Vuole cavalcare il “modello Albania”, difenderlo e rilanciarlo. Alla vigilia del varo del provvedimento, prevale la sensazione che il testo conterrà direttamente la lista dei Paesi sicuri. Così, almeno, trapela a poche ore dal Consiglio dei ministri: fino all’ultimo tutto può ancora cambiare. Si tratterebbe di una forzatura nella forzatura, perché si definisce con un dl quello che una sentenza ha negato soltanto pochi giorni fa. […]

 

GIORGIA MELONI E LA VLORA GIORGIA MELONI E LA VLORA

Raccontano dal cerchio magico che la presidente del Consiglio è pronta anzi a rendere lo scontro con la magistratura sui migranti il terreno su cui rompere, strappare, lucrare consenso. Da portare addirittura a pretesto per poter eventualmente evocare le elezioni, se la situazione complessiva dovesse peggiorare (soprattutto a causa di una manovra senza risorse). E questo perché considera il progetto di un hub in Albania straordinariamente popolare, cioè vantaggioso per la destra. «Facessimo un referendum – è il senso dei suoi ragionamenti alla vigilia del Consiglio dei ministri - gli italiani sosterrebbero questo sistema a larga maggioranza».

 

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