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Tommaso Ciriaco per la Repubblica - Estratti
giorgia meloni e matteo salvini alla camera
Si ritroveranno al più tardi il 30 agosto, per un vertice di maggioranza che sarà antipasto di un autunno frizzante nella maggioranza.
A Palazzo Chigi, Giorgia Meloni riceverà Matteo Salvini e Antonio Tajani e comunicherà in quella sede al leghista che di toccare le pensioni per introdurre quota 41 light non se ne parla. È la linea concordata con Giancarlo Giorgetti. Posizione blindata, pare. Semmai, la premier è disposta a ragionare di aumentare le pensioni minime, oggi fissate a poco più di 600 euro. Intende dare un segnale: contenuto, ma comunque utile a poter sostenere di non essere rimasta immobile. È la richiesta di Antonio Tajani, a dire il vero. Che la premier farà propria facendone uno degli slogan di Fratelli d’Italia.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI BY EDOARDO BARALDI
Concentriamoci sul sistema previdenziale. In questi ultimi giorni, il ministro dell’Economia ha consegnato a Palazzo Chigi alcuni dati, sviluppati con proiezioni dettagliate: dicono che il picco di criticità per alcune categorie si avrà tra il 2025 e il 2028.
Poi la situazione si normalizzerà, in un certo senso, perché si entrerà in pieno regime contributivo, superando la fase ibrida. Da queste considerazioni discendono due conseguenze. La prima: il governo non metterà mano in questi mesi a quota 41, perché spenderebbe molte risorse e non risolverebbe comunque il problema, che continuerà a persistere ed agitare diverse categorie.
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antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
Sarà un dispiacere per Salvini. E non sarà l’unico. L’esecutivo è alla ricerca disperata di risorse. Si trova di fronte al rischio di prodursi nella terza legge di bilancio consecutiva all’insegna dell’austerità, con una aggravante: entro un mese il Tesoro dovrà comunicare a Bruxelles la traiettoria di rientro per deficit eccessivo, e solo dopo averla fissata potrà ricavare i paletti per la manovra.
Di certo, Meloni e Giorgetti intendono tagliare bonus e altre misure considerate poco efficaci. E progettano di stravolgerne altre, come l’assegno unico, sempre per risparmiare soldi da destinare a nuovi interventi. Ecco perché, ad esempio, si ipotizza di mettere mano a un’altra misura cara a Salvini, per abolirla. Si tratta dello sconto sul canone Rai, introdotto a inizio 2024: venti euro all’anno — spalmati in bolletta — che costano allo Stato almeno 400 milioni di euro.
Una limatura da 90 a 70 euro che spesso non viene neanche percepita da una buona parte degli utenti.
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Questo denaro è utile, con casse vuote e necessità politiche stringenti. Un’idea è destinarli allora a misure per i giovani e la cultura. Ma non basta. La priorità che Meloni intende sostenere è quella del sostegno alle donne lavoratrici.
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Accanto a questo obiettivo, Giorgetti lavora a un’altra priorità: il sostegno alle imprese e al ceto medio.
E dunque, servirà una rimodulazione delle aliquote fiscali, oltre all’annunciato rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale e ad altre forme di sostegno agli imprenditori.
Politicamente, Meloni — che secondo alcune fonti avrebbe fatto rientro in queste ore nella capitale e deciderà a breve se convocare un consiglio dei ministri tra il 28 e il 29 agosto — pare decisa a tradurre in azioni questa impostazione. E non sembra preoccupata di deludere Salvini, anche a costo di aprire un conflitto sulle pensioni. L’autunno, come detto, si annuncia frizzante.
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