Andrea Bulleri per “il Messaggero”
Nella Prima Repubblica li chiamavano «portatori d'acqua». Negli anni successivi la definizione più diffusa è diventata quella di «cespugli» (i maligni preferiscono «cespuglietti») del centrosinistra.
Perché ancora oggi accanto all'unico albero della coalizione, il Pd, abbastanza alto per svettare anche da solo seppur a fatica, in confronto alla mole che i sondaggi attribuiscono al centrodestra la stazza degli alleati con cui i democratici sembrano avviati a chiudere l'accordo appare ben più ridotta.
QUANTO VALGONO I PARTITI DEL CENTROSINISTRA
Al punto che, stando agli ultimi sondaggi, soltanto due di questi partner minori del campo progressista potrebbero riuscire a scavallare lo sbarramento del 3% imposto dal Rosatellum. Ossia: Azione di Carlo Calenda e l'alleanza Verdi-Sinistra italiana di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. E gli altri? Italia Viva, Insieme per il futuro di Luigi Di Maio (anche se il nome della lista dei sindaci potrebbe non essere definitivo), fino ad Articolo1-Leu?
Per il momento, almeno secondo le rilevazioni degli ultimi giorni, nessuna di queste sigle oltrepasserebbe la soglia prevista dalla legge elettorale. Piccoli, dunque. Eppure potenzialmente determinanti per provare a rovesciare le aspettative, per il centrosinistra di Enrico Letta.
CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI
Perché se le ultime rilevazioni di Swg e di Quorum/Youtrend accreditano il Pd in una forbice di consensi compresa tra il 22,5 e il 23,5%, i voti diretti ai piccoli, che considerati da soli oscillerebbero tra l'1,5 e il 6%, tutti insieme potrebbero puntare a totalizzare tra il 15 e il 16%. Portando il centrosinistra in zona 40%. Ovvero, non così lontano dalla coalizione Meloni-Salvini-Berlusconi.
Anche perché (e qui bisogna addentrarsi almeno un po' nei tecnicismi della legge elettorale) è vero che chi non agguanta almeno il 3%, all'interno dell'alleanza, non ha diritto a vedersi riconosciuti eletti in parlamento.
Ma basta prendere più dell'1% perché i voti vengano comunque calcolati nel totale della coalizione. E poi c'è l'altra partita, quella dei collegi uninominali. Dove i piccoli, se sono bravi a negoziare, possono puntare a strappare ai più grandi qualche candidatura blindata.
Non tutti i partner del Pd possono essere ridotti a cespugli, in ogni caso.
Azione, ad esempio, è accreditata da Youtrend di un 4,9% dei consensi, mentre per Swg può puntare al 6. Anche se Carlo Calenda non ha fatto mistero di voler arrivare almeno al 10.
Uno scalino più in basso, ma ancora sopra lo sbarramento, si troverebbe Sinistra Italiana-Europa verde, che nelle intenzioni di voto oscilla tra il 3,6 e il 4,2%.
I SOTTO-SOGLIA
Andrebbe un po' peggio Italia Viva: la sigla fondata nel 2019 da Matteo Renzi veleggia tra l'1,8 e (secondo Swg) il 2,9%. Dunque, a un passo dall'eleggere propri parlamentari nella quota proporzionale.
Percentuali non troppo diverse quelle attribuite dagli istituti demoscopici a Insieme per il Futuro, la neonata formazione di Luigi Di Maio (che però non ha ancora presentato un suo simbolo, e che non fa mistero di lavorare a un progetto più ampio). Ipf, a oggi, potrebbe incassare alle urne tra l'1,5 e il 2,6%. Chiude l'elenco dei Articolo1-Leu, il partito nato dalla scissione del Pd ai tempi della segreteria Renzi.
Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani potrebbero totalizzare tra l'1,6% (secondo Youtrend) e il 2,2. A meno che non tornino indietro nelle file dem, come il segretario Letta li ha invitati a fare. Se l'operazione andrà in porto, si saprà nei prossimi giorni. Così come si vedrà se qualcuno di questi cespugli deciderà invece di sganciarsi dall'ombra del Pd. E magari, correre da solo. Provando a diventare albero.
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