Michele Masneri per il Foglio – Estratti
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Insomma che deve fare il povero tennista riflessivo? “Vai a Orbetello. Quello è il regno di Giuliano Amato”. Il dottor Sottile!
Prendo la macchina e vado allora a Orbetello, direzione Argentario. Il Circolo del Tennis di Orbetello è appoggiato alle bellissime mura spagnole, muraglioni che dovevano proteggere la cittadina lagunare nel Seicento. Ecco Giuliano Amato, 86 anni e non lo diresti mai; è presidente onorario del Circolo dopo esserne stato presidente effettivo per anni (poi succeduto da Aurelio Regina, già vicepresidente di Confindustria, e poi da Marco Bassetti, amministratore delegato del gruppo tv Banijay e marito di Stefania Craxi).
Ma Amato, che è stato ministro, presidente del consiglio, giudice e presidente della Corte costituzionale e riserva della Repubblica per qualunque carica di prestigio, fino al Quirinale, qui si capisce che è soprattutto e orgogliosamente presidente del Circolo di Orbetello. Arriva con la sua scorta discreta e viene subito omaggiato da molti vecchietti. Il circolo ha un’aria molto spartana, non è certo un posto lussuoso.
“Avremmo bisogno di più fondi, certo”, sospira Amato. “Anche per la manutenzione”. Al momento si sta svolgendo il torneo Banca Tema, una piccola banca del territorio, ma ai tempi d’oro era famoso per la sponsorizzazione del Monte dei Paschi. “E’ stata la nostra fortuna e insieme la nostra maledizione”, dice Amato.
“Nel 1995 ci garantirono la sponsorizzazione, ma ci chiesero di essere gli unici. Così il nostro destino è rimasto legato a doppio filo a quello della banca. All’inizio, cominciammo con dei tornei femminili che diventano sempre più importanti, poi anche maschili. Molti campioni sono passati di qui. C’era un primo premio da 100 mila dollari nel challenger di Orbetello, era uno dei pochi challenger italiani”.
Ammazza, centomila dollari. Ma con queste cifre siete voi ad aver affossato il Montepaschi, ditelo. Anche lei fu intercettato a un certo punto mentre chiedeva al presidente della banca, Mussari, di fare qualcosa per il circolo di Orbetello. “Ma ci mancherebbe, io mi sono sempre speso, coi predecessori e poi coi successori di Mussari, per il circolo!”. Insomma, presidente del Consiglio e delle Corte costituzionali erano side job che le permettevano “di essere presidente del Circolo, certo”, sorride Amato. Col periodo di splendore “abbiamo costruito il centrale, con una bella tribuna. Dicevo sempre che solo Montecarlo ha dei campi come i nostri, con la vista su questo bellissimo mare.
Qui son venuti fior di campioni (mi accompagna a vedere gli spogliatoi tappezzati di foto). “Son passate la Schiavone e la Pennetta. Noi certo eravamo un po’ rudimentali magari rispetto ad altri circoli. Una concorrente una volta ebbe un problema a un ginocchio, e domandò un dottore. In tribuna c’era un veterinario, bravo, le dicemmo che era un medico, le risolse il problema, fu molto soddisfatta. Un’altra volta una giocatrice non si trovava più, e la trovammo infrattata con un locale”.
E maschi? “Marin Cilic aveva dei piedi enormi, più grandi di lui”. Era regolamentare? O sospetto nella genetica come l’algerina Khelif, che hanno spacciato per uomo e poi per trans? “Ah, quella povera ragazza. Ma io mi chiedo, i primi che si sono presi i cazzotti da Cassius Clay cosa avrebbero dovuto dire? E’ pugilato, mica ginnastica artistica”. A proposito di Olimpiadi e fake news, lei è un po’ il Putin di Orbetello: ora è presidente onorario ma comanda sempre. “No, io non ho più ripreso il comando, mentre Putin aveva il suo Medvedev da mettere al suo posto”.
Aurelio Regina è il suo Medvedev. “No, quando Regina lasciò arrivò Marco Bassetti, che gioca peraltro bene. Comunque in 25 anni abbiamo fatto 3 soli presidenti, Amato, Regina, Bassetti: più stabilità che con la riforma del premierato che vuole fare Meloni!”.
GIULIANO AMATO ALLA STAMPA ESTERA
Possiamo chiedere alla, anzi al premier Meloni se dà una mano a Orbetello. “No, abbiamo sempre fatto da soli, solo con sponsorizzazioni dal privato”. Ma quanto costa l’iscrizione? “Be’”, sospira Amato. “Diciamo che il Canottieri Aniene costa di più. Qui viene 120 euro l’anno più la tessera Fit”, precisa l’allenatore, Luca de Robert. Pure il cognome araldico. “Francese in origine. I miei venivano qui in vacanza, poi si trasferirono”. Ma torniamo alle problematiche local. “Siamo in proroga di concessione da 7 anni, non sappiamo cosa sarà di noi”. Come i balneari. “Giusto”.
Insomma, il Circolo Tennis Orbetello è una grande metafora del Paese. Senta, presidente, lei dove altro ha giocato? “A Lucca, dove sono cresciuto, da ragazzino, per la strada. A Roma quasi mai, salvo qualche volta al Circolo della Camera, con Beniamino Placido. O al Foro Italico. Che è pieno di fastidi: un giorno c’è una partita, un altro c’è un concerto, però quando ti trovi su quei campi, sotto quei pini... uno splendore. E poi a New York quando frequentavo la Columbia University, c’erano dei campi che poi sono stati eliminati”. Sua moglie Diana? “Lei gioca ancora, più di me. E pure a padel. Che vergogna. Io padel mai, lo considero un affronto”. A Orbetello c’era anche il mitico Raffaele “Ciro” Cirillo, leggenda del Foro Italico. “Sì, indimenticabile. Verso i miei 70 anni mi dette un po’ di consigli, e mi corresse dei difetti.
Perché qui una volta Adriano Panatta, che ogni tanto veniva, dopo una partita mi aveva detto: ‘A Giulià, sei proprio un pallettaro’. Ecco, io pallettaro non lo accetto”. Ma che vuol dire pallettaro? “E’ quello che rimette la palla alta, contando che l’altro poi la sbagli. Allora ho smesso, grazie a Ciro”. Allora un po’ pallettaro lo era, lo ammette. “Forse un po’”. “Anche io so’ un po’ pallettaro”, dice l’allenatore de Robert forse per solidarietà col Putin di Orbetello.
GIULIANO AMATO AL FORO ITALICO PER GLI INTERNAZIONALI DI TENNIS 2013
Una volta so che lei Amato ha giocato contro Blair. “Non contro, insieme. Giocammo nel campo del principe Guicciardini Strozzi, quando ero presidente del Consiglio, nel 2000. Io e Blair in doppio contro il principe e Roberto Zaccaria, allora presidente della Rai”. Com’era Blair? “Gran dritto lungo, non molto di più. Che poi ora Zaccaria sostiene che ci fecero vincere perché eravamo due premier in carica. E’ una colossale bugia”. Altri politici con cui ha giocato? “Con La Malfa figlio”. Com’era? “Insomma...”. Ma la definizione di dottor Sottile chi glie l’aveva data? “Fu Eugenio Scalfari. Eravamo amici. E non era poi male. Dottor Sottile è un soprannome che nella filosofia medievale designava il maestro delle argomentazioni raffinate e ricche di
distinzioni (cavillose secondo i detrattori) Duns Scoto, detto in latino Doctor subtilis. Scalfari mi ascoltava sempre quando gli dicevo che c’erano delle cose utili da fare anche con Craxi, ma poi non mi dava mai retta. Io ho sempre detto distinguere distinguere distinguere”.
GIULIANO AMATO E LA MOGLIE AGLI INTERNAZIONALI DI TENNIS 2010
Ma oggi il mondo questa sottigliezza è andata perduta. “Oggi c’è un noi e un voi che cancellano l’individuo”. Almeno la sinistra dovrebbe essere unita, però. Facciamo il campo (da tennis) largo. Lei a Capalbio va mai a giocare? “Mai, io in quella landa di radical chic non metto piede. Con quelli che arrivano all’Ultima spiaggia con la mazzetta di giornali”. Ma poveri radical chic, ormai li prendono tutti in giro. “Lo meritano”.
Senta, presidente, ma tra Sinner e Berrettini? “Non faccio il tifo. Musetti, ecco, Musetti è il nostro Federer. Posso dire però che se Berrettini avesse gambe più robuste sarebbe ancora meglio. Sinner è molto bravo, ha grandi qualità anche psicologiche, ma è sempre pieno di problemi, come la tonsillite”. Come Meloni con gli otoliti.
giuliano amato foto mezzelani gmt010
“Ah, guardi, anche mia moglie soffre di otoliti, perciò la capisco”. Continuerà a giocare? “Aspetto che la natura mi faccia smettere. Anche se quando ho fatto gli auguri a Beppe De Rita per i suoi 90 anni gli ho chiesto dove se li sentiva maggiormente, gli anni, e mi ha risposto: nelle gambe. A quel punto, addio tennis”.
mario draghi giuliano amato giuliano amato foto mezzelani gmt008 GIULIANO AMATO TONY BLAIR GIULIANO AMATO