Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
Giuseppe Conte vuole incontrare Mario Draghi. Per protestare sulle nomine della Rai, per ribadire che alcuni paletti dei Cinque Stelle sulla manovra di bilancio andrebbero appoggiati dal governo, per affrontare anche altri temi dell'agenda politica, come ha detto l'ex premier in un'intervista al Fatto Quotidiano.
A Palazzo Chigi rispondono che al momento non è fissato alcun incontro, ma che come sempre, e ci mancherebbe, la disponibilità del presidente del Consiglio non è mai stata in discussione: incontra periodicamente tutti i leader della maggioranza e dunque nei prossimi giorni potrebbe farlo anche con lo stesso Conte.
I rapporti fra i due non sono mai stati sereni, se non altro perché il governo di Conte è franato lentamente mentre prendeva piede l'ipotesi di Mario Draghi a Palazzo Chigi, lo stesso Draghi che nei primi mesi del suo esecutivo ha di fatto smantellato buona parte della struttura di potere e istituzionale che l'avvocato pugliese aveva messo in piedi in due anni del suo governo: dalla posizione di Arcuri sulla gestione dell'epidemia sino ai vertici dei Servizi segreti.
giuseppe conte annuncia che i grillini non andranno piu' ospiti in rai
L'ultimo intervento, forse la goccia che ha fatto traboccare il vaso, sono state le nomine Rai, sulle quali i Cinque Stelle hanno perso la guida del Tg1 e si sono sentiti svantaggiati rispetto ad altri partiti. Anche da qui la richiesta di un faccia a faccia, affiancato alla rivendicazione dell'annunciato Aventino televisivo, promesso da Conte: «Non entro nel merito dei singoli, la cui professionalità è riconosciuta e indiscussa. Sono il leader di una forza politica che è stata votata da 11 milioni di elettori, e anche per il rispetto che devo loro ho il diritto di chiedere spiegazioni sui criteri che hanno portato a queste nomine, partite dalla premessa che la politica sarebbe rimasta fuori».
E se «il Movimento non ha nessuna tentazione di andare al voto anticipato, piuttosto di contribuire a mettere in sicurezza il Paese e ad attuare il Pnrr», resta il fatto che la decisione di non andare più in Rai, almeno per un periodo, «è il frutto di una giornata di confronto con i capigruppo, delegazioni governative, gli eletti in Vigilanza Rai e i vicepresidenti. In piena coerenza con il metodo già adottato da quando mi sono insediato, un coinvolgimento ampio e una condivisione unanime di tutti gli organi del M5S».
Della scelta fatta sulla Rai Conte ha parlato anche con Beppe Grillo: «Ci siamo confrontati, sì. Potete immaginare la sua sensibilità sul punto, visto che sulla comunicazione ha idee molto eterodosse, e aveva invitato i parlamentari a un periodo di astinenza. Questo è il momento di mettere da parte l'io e le pur legittime sensibilità individuali, e di riconoscersi tutti nel noi, per perseguire assieme il bene del Movimento».
Una nota ruvida sul Movimento la diffonde Carlo Calenda: «Il M5S è mezzo esploso e mezzo estinto, basta vedere come sono andati alle ultime elezioni amministrative. Alle elezioni politiche non sappiamo se ci andranno né come ci arriveranno. Io guarderei a Conte che rappresenta l'ala più moderata dei 5Stelle, però starei attento a considerarli partner affidabili».