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1 - DAGOREPORT! - MARIO DRAGHI E MARTA CARTABIA SORPRESI DALL'OPPOSIZIONE DELLE TOGHE ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, MA LA GUARDASIGILLI NON HA BATTUTO CIGLIO: "SE QUESTA RIFORMA NON PIACE AI MAGISTRATI, È UN BUON SEGNO" - SUPER-MARIO APRE A PICCOLI RITOCCHI MA NESSUNO STRAVOLGIMENTO DELL'IMPIANTO ORIGINARIO: SE IL M5S VA ALLO SCONTRO, IL GOVERNO PORRA' LA QUESTIONE DI FIDUCIA - A QUEL PUNTO L'AVVOCATO DI PADRE PIO CHE FARÀ? VOTA CONTRO, RISCHIANDO DI GIOCARSI L'AGIBILITA' POLITICA AGLI OCCHI DI BRUXELLES CHE VEDE QUELLO DI DRAGHI CON IL "SUO" GOVERNO?
2 - RIFORMA GIUSTIZIA, IN AULA IL 30 LUGLIO: FICO E I CAPIGRUPPO DELLA CAMERA RINVIANO LA DATA
Estratto dell’articolo di Liana Milella per www.repubblica.it
Comincerà venerdì 30 luglio, nell'aula della Camera, la discussione sulla riforma della giustizia. A deciderlo sono stati i capigruppo di Montecitorio riuniti con il presidente Roberto Fico. Un rinvio inevitabile, rispetto all'originaria convocazione per domani, dopo la richiesta del presidente della commissione Giustizia Mario Perantoni di M5S, costretto al rinvio perché non è ancora cominciata la discussione sui 1.631 subemendamenti - ben 917 di M5S - presentati sui 21 emendamenti all'originaria riforma, assunta come testo base, dell'ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
Stiamo parlando della riforma del processo penale che riscriverà anche i tempi dei processi, cambiando le regole della prescrizione e introducendo il meccanismo dell'improcedibilità per la durata dei dibattimenti in Appello e in Cassazione.
In queste ore è in corso la trattativa sulla possibilità di introdurre una norma transitoria, proposta dalla capogruppo del Pd Debora Serracchiani per cui la riforma, fino al 2024, funzionerebbe con 3 anni per i processi di Appello, mentre poi a regime gli stessi dibattimenti dovranno durare due anni, e tre solo per i reati più gravi. M5S ha bocciato come "troppo poco" la proposta rispetto alle sue critiche alla riforma. Proseguono i contatti per raggiungere un accordo.
A questo punto però è inevitabile che la discussione e il voto sulla riforma slittino alla prima settimana di agosto. Ma, come ha ribadito più volte il premier Mario Draghi, la sua intenzione è di chiudere assolutamente il prima possibile. (…)
ARTICOLO INTEGRALE:
3 - GIUSTIZIA SCONTRO TRA DRAGHI E IL M5S LA VIA DELLA FIDUCIA PRIMA CHE INIZI IL SEMESTRE BIANCO
Adalberto Signore per "il Giornale"
draghi e cartabia a santa maria capua vetere 4
Mentre da piazza Montecitorio rimbalza l'ormai celebre «o-ne-stà-o-ne-stà», intonato come ai bei tempi andati da un gruppo di attivisti grillini che manifestano contro la riforma Cartabia, nella vicina piazza Colonna - al primo piano di Palazzo Chigi - ci si va sempre più convincendo che l'unica strada per chiudere la querelle sulla riforma della Giustizia è quella di porre la questione di fiducia.
giuseppe conte dopo l incontro con mario draghi 1
Una delle ipotesi, che in serata va però perdendo quotazioni, è addirittura quella di autorizzarla già nel Consiglio dei ministri in programma oggi sulle norme anti-Covid. Un modo per mettere la pistola sul tavolo e dare un segnale politico forte al M5s, che anche ieri - rinfrancato delle perplessità manifestate da alcuni magistrati - ha continuato ad alzare barricate. Non solo in piazza, ma pure in commissione Giustizia della Camera. Tanto che alla fine è saltato l'approdo in Aula del provvedimento, già calendarizzato dalla Conferenza dei capigruppo per domani.
giuseppe conte alfonso bonafede
Impossibile, infatti, completare in tempo utile l'esame dei 1631 emendamenti (di cui 900 del M5s) senza che vi sia un'intesa che spinga il Movimento a ritirare quelli presentati a scopo esclusivamente ostruzionistico. Ma l'accordo, almeno per il momento, non pare dietro l'angolo. Anzi, ieri da Palazzo Chigi avrebbero ipotizzato una serie di modifiche - minime e quasi tutte tecniche - che Giuseppe Conte avrebbe però rimandato al mittente, ritenendole insufficienti.
rocco casalino e giuseppe conte
Dopo il colloquio di lunedì scorso a Palazzo Chigi, insomma, tra Mario Draghi e il suo predecessore sembra si sia rialzato un muro. Con l'ex numero uno della Bce che non pare però avere alcuna intenzione di riaprire il vaso di Pandora della riforma Cartabia, una delle architravi del Recovery, nonché passaggio fondamentale per ottenere i fondi promessi da Bruxelles.
Per il premier, infatti, l'intesa è già stata ratificata in Consiglio dei ministri e rimettere mano al testo significherebbe non solo sconfessare il governo, ma anche ritrovarsi con Matteo Salvini e Matteo Renzi di nuovo - e legittimamente - sulle barricate. Per Draghi, dunque, il punto di caduta resta sempre lo stesso: piccoli ritocchi, ma l'impianto generale non si tocca. Il problema, però, è la tempistica.
Il 3 agosto si apre infatti il semestre bianco. E se il mare è già oggi così agitato, c'è da prevedere che scavallata quella data lo sarà ancora di più. E che Conte farà di tutto per portare la riforma della Giustizia a settembre e magari oltre. Con Draghi che, anche agli occhi dell'Europa, si ritroverebbe nel pantano della politica italiana.
A Palazzo Chigi hanno ben chiaro il problema. Ed è per questo che vorrebbero chiuderla al più presto. L'obiettivo è una nuova calendarizzazione in Aula per il 30 luglio, così che dalla settimana seguente sia possibile contingentare i tempi a Montecitorio ed evitare la fiducia. E in questo senso gli occhi sono puntati su come si muoverà non solo la Conferenza dei capigruppo ma anche il presidente della Camera, Roberto Fico.
Se la mediazione non andasse a buon fine, a Palazzo Chigi si resta sulla linea della fiducia. Che, essendo il testo originario quello dell'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, sarebbe su un maxi-emendamento governativo che di fatto riscriverebbe la riforma. Da un punto di vista parlamentare, obiettivamente una forzatura. Ma il semestre bianco incombe.
marta cartabia MATTEO RENZI ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO – AMICI MIEI giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli luciana lamorgese roberto garofoli marta cartabia