Caro Dago,
Vittorio Feltri continua imperterrito – a dire il vero mi fa un po' tristezza e tenerezza –, sarà l'età, la sua personale e paranoica crociata contro il sottoscritto. Avrà bisogno, evidentemente, di riempire di pathos giornate altrimenti morte o un po’ deprimenti.
Non voglio infierire ulteriormente, ma mi preme ricordare come questo scambio di “complimenti” sia cominciato da un editoriale del direttore di “Libero”, che venerdì scorso a tutta pagina insultava – in maniera banal becera, più volta a giustificare i suoi continui cambi di casacca – l’intera classe dirigente di Forza Italia, regalandoci l’epiteto di “falliti”.
Ad una leggerissima reazione da parte mia – “falliti a chi? Vittorio, ma come ti permetti?” – mi ha scatenato contro le cannonate di una prima pagina infame, uscita domenica e confezionata dal fido (nel senso proprio del termine) Specchia, con una “damnatio” ignobile e indegna.
Ovviamente ho risposto, con grande dignità e senso della realtà, rigettando il fango con il quale hanno tentato, senza riuscirci, di lordarmi.
Lui ha continuato ad insultare. Io, senza fare una piega, gli ho ricordato, in modo scientifico e documentato, che è un voltagabbana, usando le sue stesse parole, quelle che ha scritto negli ultimi due anni e mezzo contro la riforma Renzi-Boschi, della quale oggi sembra invece (chissà perché?) incredibilmente affascinato.
Ma anche questo mio intervento di verità non è servito a placare la sua boria, è andato in giro per radio a dare interviste, usando questa volta anche un lessico razzista (evidentemente gli mancava) che tu ieri hai legittimamente riportato.
Volevo starmene zitto, ma non posso consentire a un insultatore di professione di chiudere una tenzone con un ennesimo e impunito insulto.
Basta Feltri, non ti è bastato Boffo? Oppure l’ormai famoso “metodo Boffo” ti è entrato nel Dna? “Metodo Boffo”, ricordiamo, del quale Feltri è stato l’inventore e l’agente protagonista.
Definizione di Wikipedia: “Metodo Boffo è una locuzione utilizzata nel linguaggio politico e giornalistico per indicare una campagna di diffamazione a mezzo stampa, basata su fatti reali uniti a falsità e illazioni, sia allo scopo di screditare un avversario politico, ma soprattutto per creare un diversivo mediatico per spostare l'attenzione dell'opinione pubblica da temi altrimenti scomodi”. E qui la scomodità è presto detta: il cambio di campo di Feltri, da anti renziano a “Basta un sì”.
Tutti ricordiamo la storia dell’allora direttore di “Avvenire” Dino Boffo. E tutti ricordiamo che per quella triste vicenda Feltri venne sospeso dall’Ordine dei giornalisti. Il direttore di “Libero” perde il pelo ma non il vizio…
Caro Vittorio, non temere, se tu continui a insultarmi, ti risponderò sempre e comunque, colpo su colpo. Forse non mi conosci abbastanza.
Nell’attesa che anche questa volta l'Ordine dei giornalisti dica qualcosa in merito al tuo stile e alla tua deontologia.
Renato Brunetta