Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
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matteo renzi foto di bacco (11)
Il governo rischia, nessuno lo nega più. E nel Movimento, come nel Pd, partono le grandi manovre per salvare la baracca. Seguire gli indizi, interpretare i lapsus (o presunti tali). Il più significativo è di ieri. Matteo Renzi, nel corso di un evento elettorale nella sua Firenze, si lascia sfuggire: «Queste elezioni sono fondamentali per la tenuta istituzionale del governo». Esattamente quella nefasta politicizzazione che il leader di Italia Viva aveva consigliato a tutti di evitare.
Subito dopo, l' ufficio stampa ridimensiona, spiega che si riferiva ai «governi regionali». Inutile girarci intorno, però: l' ex premier mette una spada nella piaga. In queste ore il Nazareno è congelato, letteralmente. La linea di Nicola Zingaretti, ufficialmente, non cambia: ottenere una nuova legge elettorale, resistere all' urto di un autunno caldissimo, limitare i danni delle Regionali, non mettere troppo la faccia sul Sì referendario. Per il resto, andare avanti finché si può.
(...) La certezza da cui si parte è che un risultato deludente (ma non catastrofico) alle Regionali aprirebbe la partita interna al partito. L' ala "destra" dem, Base Riformista in testa, lancerebbe l' assalto alla segreteria. Molti invocherebbero la discesa in campo di Stefano Bonaccini. E chiederebbero una svolta nel governo.
nicola zingaretti stefano bonaccini
Rimpasto, un congresso? Di certo, alcuni sindaci - Giorgio Gori, Dario Nardella - hanno già messo nel mirino Zingaretti. Per difendersi, il segretario potrebbe rilanciare. I big che lo sostengono, Bettini in testa, gli ripetono: «Entra nel governo».
LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI BY EDOARDOBARALDI
Da vicepremier con Di Maio, oppure addirittura al ministero dell' Interno, lasciando il Nazareno ad Andrea Orlando, reggente incaricato di portare tutti a una nuova assise. Scenari complessi, impossibili però di fronte a una sconfitta troppo severa, oppure ad un disastroso avvio dell' anno scolastico. In quel caso, nessuno potrebbe contrattare nulla.
Sono gli stessi timori che tolgono il sonno a Palazzo Chigi.Il vero fianco scoperto dei giallorossi, però, si chiama Movimento. Le ambizioni di Luigi Di Maio sono note - come il suo colloquio con Mario Draghi - anche se di f ronte al rischio di una nuova ondata Covid il ministro sembra aver scelto un' apparente tregua. Il problema è che le Regionali rischiano comunque di trasformarsi in un film dell' orrore che la vittoria del Sì nel referendum costituzionale cancellerebbe solo per qualche ora.
(..) Alla fine, allora, sempre a Conte si torna. A lui, i big 5S chiederanno di esercitare una leadership politica. A lui, il Pd si aggrapperà, fino al minuto prima di un eventuale governo di unità nazionale. Che è poi l' unica vera alternativa che sembra farsi spazio nell' emergenza.