Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
alfredo mantovano giorgia meloni
Tante banche dati centralizzate e troppe persone che possono accedervi. In estrema sintesi è questo il problema che deve risolvere il governo. Lo farà, assicurano dalla presidenza del Consiglio, con un provvedimento che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, con norme che interverranno per rendere più sicure (quindi più complesse) le modalità di accesso e limitare le azioni dei funzionari pubblici infedeli.
Giovedì pomeriggio a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, il sottosegretario che ha la delega ai Servizi, ha riunito a un tavolo i vertici delle Forze di Polizia, dell'intelligence e l'Agenzia per la cybersicurezza. […]
Coincidenza vuole che la riunione venga convocata poche ora prima che scattino, l'indomani, gli arresti a Milano ed emerga un'altra storiaccia di dossieraggio che coinvolge ex poliziotti e agenti tuttora in servizio. Mantovano, d'accordo con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, informata di ogni passaggio, anticipa che verranno «approfondite» le novità introdotte in primavera dopo il caso del finanziere Pasquale Striano che secondo l'accusa aveva messo in piedi un meccanismo di spionaggio della politica attraverso le Sos, Segnalazioni di operazioni sospette.
Quella è la prima vicenda di una serie che sembra non avere ancora fine, un'articolazione ormai diffusa di accessi illegali ma, a quanto pare, semplicissimi. Il governo deve correre ai ripari: l'immagine degli apparati statali penetrabili come burro è devastante.
MATTEO PIANTEDOSI GIORGIA MELONI
La soluzione viene individuata nel sistema dei controlli, che verrà reso «più stringente – assicurano da Palazzo Chigi – attraverso l'intensificazione degli alert». È un aspetto su cui si lavora da questa estate, e che vede in prima linea il ministero dell'Interno.
Ieri Matteo Piantedosi ha dato mandato al capo della Polizia Vittorio Pisani di acquisire gli atti d'indagine di Milano «per avviare verifiche su ipotizzati accessi abusivi alle banche dati del ministero o sull'utilizzo illecito delle stesse».
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Questo è il primo livello di intervento. Per entrare più nel dettaglio, secondo fonti dell'Agenzia per la cybersecurity, dopo l'intervento legislativo si arriverà a una stretta sull'ingresso nelle banche dati, anche sulla base delle linee guida che l'Acn ha definito qualche mese fa. Il meccanismo per evitare gli accessi abusivi sarà mutuato dai servizi digitali per gli utenti delle banche private.
Con un controllo sui codici, sui login, sulle password. I passaggi si moltiplicheranno, e porteranno a un controllo incrociato interno ed esterno, attraverso l'aumento degli alert (per avere un'idea basti pensare alla procedura di ricezione di mail e messaggi sul telefono che informano che è stato eseguito un accesso con il proprio nome).
Una maggiore garanzia di sicurezza basata sull'identificazione immediata di chi è titolato e chi no a eseguire le verifiche sui dati economici, fiscali, giudiziari e anagrafici. Al Viminale hanno chiaro che il vero rischio non proviene tanto dai «buchi» del sistema, e dalla permeabilità delle infrastrutture. Ma dalla presenza sempre più diffusa – stando alle inchieste – di funzionari pubblici infedeli. Il finanziere Striano, come gli agenti indagati dalla magistratura milanese, sono esempi che preoccupano le istituzioni.
La Lega vuole un inasprimento delle pene, e ieri il leader Matteo Salvini ha annunciato che saranno avanzate delle proposte in Parlamento. Fratelli d'Italia anche sta lavorando per irrigidire le pene a tutela delle autorità politiche e istituzionali. […]
Secondo le carte milanesi, la centrale del dossieraggio guidato dall'ex superpoliziotto Carmine Gallo sarebbe arrivata ad hackerare un account intestato al presidente della Repubblica. Un azzardo che prova come queste forme di spionaggio non abbiano barriere invalicabili e pongano una seria, serissima questione di sicurezza. Ieri il Quirinale ha reagito solo con un secco «no comment».
Domani il Copasir, il comitato che vigila sui servizi di sicurezza, acquisirà gli atti degli investigatori, dove nella montagna di dati saccheggiati sono spuntate anche violazioni troppo vicine ai software delle agenzie di intelligence. Anche la Commissione Antimafia, fa sapere la presidente Chiara Colosimo, riunirà domani l'ufficio di presidenza per approfondire l'inchiesta, in attesa delle contromisure del governo. [...]