Estratto dell’articolo di Lorenzo Giarelli "Il Fatto Quotidiano"
A vederle adesso, quelle onorificenze, appaiono più che mai beffarde. Il Quirinale le ha conferite il 2 giugno, come da tradizione, ma sono finite in Gazzetta ufficiale soltanto in queste ore, creando un paradosso: tra i nomi più famosi dei decorati ce ne sono tre finiti nelle cronache recenti per le proprie disavventure.
Si tratta di Francesco Paolo Figliuolo, assediato dalle proteste degli alluvionati in Emilia-romagna; Francesco Gilioli, ex capo di gabinetto al ministero della Cultura silurato da Alessandro Giuli, e Francesco Maria Talò, già consigliere diplomatico di Giorgia Meloni accompagnato alla porta dopo la telefonata dei due comici russi che si spacciarono per diplomatici africani facendo straparlare la premier.
Il caso di Figliuolo è da record. Come noto, il Generale può contare su svariati nastrini, e attualmente guida il Comando operativo di vertice interforze (Covi) oltre a essere commissario per la ricostruzione post-alluvione in Emilia-romagna, Marche e Toscana. E proprio in questa veste Figliuolo si è attirato non solo critiche politiche, ma anche le proteste degli alluvionati, i quali da tempo lamentano scarsi risultati nella ripartenza dopo il disastro del maggio 2023.
Poco importa: il Quirinale lo ha comunque omaggiato con il titolo di Cavaliere di Gran Croce, ultimo di una serie infinita di appellativi e segno che, evidentemente, la stima del presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è scalfita.
Altrettanto bizzarra appare oggi l’onorificenza per Francesco Gilioli, il quale però fino a qualche mese fa era noto solo per essere uno stimato funzionario delle istituzioni e ora si è invece ritrovato dentro il caso Sangiuliano-boccia, chiamato in causa più volte dallo stesso ex ministro perché coinvolto, da capo di gabinetto, nel balletto della famigerata nomina dell’imprenditrice.
Pochi giorni dopo il suo insediamento, il nuovo ministro Giuli lo ha silurato alludendo a “gravi comportamenti” che hanno compromesso “il rapporto di fiducia”. Un finale amaro in cui Gilioli può consolarsi col prestigio del titolo di commendatore, decorazione di terza classe (sopra l’ufficiale e il cavaliere).
E poi c’è Talò. A Palazzo Chigi è andata male: scelto come consigliere diplomatico di Meloni, se n’è andato dopo lo scherzo telefonico di due comici russi che sono riusciti a parlare al telefono con la premier fingendosi diplomatici africani. Talò ha pagato – anche pubblicamente – ed è stato poi chiamato a lavorare come consulente dal ministero della Difesa.
Ma pure per lui non manca la decorazione: adesso è Grande Ufficiale, titolo di seconda classe inferiore solo al Cavaliere di Gran Croce […]
GIORGIA MELONI E SERGIO MATTARELLA SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI francesco maria talo