Salvo Palazzolo per la Repubblica - Estratti
Più che un’arringa in difesa di Matteo Salvini, è una requisitoria. Contro le Ong e i magistrati di Palermo. L’avvocata Giulia Bongiorno, che è anche senatrice della Lega e presidente della commissione giustizia, non usa mezzi termini nell’aula bunker di Pagliarelli: «Open Arms bighellonava in mezzo al mare, mentre i migranti potevano scendere liberamente» e Salvini «difendeva i confini».
Cambia tono l’avvocata senatrice: «Il ministro è stato sbeffeggiato per aver utilizzato questa espressione ». Un riferimento alla pm Marzia Sabella, che ha detto “Noi difendiamo i confini del diritto” chiedendo la condanna a 6 anni per Salvini, accusato del sequestro di 147 migranti sulla nave Open Arms, nell’estate 2019. L’avvocata Bongiorno riprende con tono ancora più vigoroso: «I confini non sono strumenti di discriminazione, sono lo scudo della pace. Se chiunque potesse entrare in Italia senza regole e senza controlli, nel nostro Paese regnerebbero il caos e la violenza ».
Matteo Salvini è lì, seduto accanto alla sua legale: annuisce, scorre velocemente sul cellulare le notizie che arrivano da piazza Politeama dove quattro ministri leghisti stanno animando la manifestazione in suo favore. E guarda il tribunale presieduto da Roberto Murgia. Il 20 dicembre arriverà la sentenza. Salvini evita i giornalisti al termine dell’udienza, preferisce i social per dire la sua: «Difendere i confini non è mai stato un reato», ribadisce in un video su X.
E, poi, ancora una volta, va giù duro contro i magistrati: «Conto che venga presa in considerazione la realtà e non la fantasia». Fa una pausa e prosegue: «Certo che se devo giudicare dalla cronaca in queste ore, se siamo in mano a giudici che fanno politica di sinistra, pro migranti, pro Ong, che cercano di smontare le leggi dello Stato... Questa parte di giudici, non tutti, candidatevi alle elezioni se non vi va bene niente di quello che fa il governo». Il finale del video con l’attacco ai magistrati è inquietante: «Non mi fate paura da nessun punto di vista».
Sono parole che completano idealmente l’arringa dell’avvocata senatrice, che fa un intervento di tre ore dal forte sapore politico.
«Ho rivisto tantissime volte il video fatto dopo lo sbarco — ripete Giulia Bongiorno — Oscar Camps, il fondatore di Open Arms, dice che è felice. Ma non per lo sbarco, piuttosto perché Salvini è caduto ». L’arringa ribalta subito l’accusa di sequestro di persona contro l’ex ministro dell’Interno: «L’Italia si mise in ginocchio per aiutare quei migranti — sostiene la difesa — la Guardia Costiera aveva aperto un varco: bastava dichiarare che si soffriva di insonnia o di stress e si scendeva dalla nave. Ma Open Arms impedì lo sbarco». Insomma, per l’avvocata di Salvini, sono i volontari dell’Ong i veri sequestratori. «Peraltro non fecero un’operazione di soccorso — tiene a ribadire — ma una consegna concordata».
giulia bongiorno matteo salvini - processo open arms
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giulia bongiorno matteo salvini conferenza stampa dopo l'udienza sul caso gregoretti 1 giulia bongiorno matteo salvini conferenza stampa dopo l'udienza sul caso gregoretti leghisti a palermo