Massimiliano Parente per il Giornale
Non è un mistero: io Greta Thunberg non l'ho mai potuta sopportare, solo che appena ne parli male ti trovi a discutere con la gente perché fai la parte del cattivo. Credo anzi che sia dannosa alla causa del surriscaldamento globale, perché a me, a vedere questi che vanno dietro a una ragazzina svedese viziata il cui unico curriculum è avere la sindrome di Asperger, mi prende una voglia di inquinare e surriscaldare tutto che non vi dico.
Anche perché viviamo su un pianeta destinato a essere inglobato dal Sole, prima che esploda, miliardo di anni più miliardo di anni meno non è che per me faccia molta differenza. Non puoi neppure dire che ti sta antipatica, perché poverina ha l'Asperger. Non puoi neppure dire che solleva un problema che sollevano da anni gli scienziati ma non propone nessuna soluzione, ti rispondono che ha solo diciassette anni. Non puoi neppure dire allora perché dovrei ascoltarla, perché ti rispondono che è un simbolo. Non puoi neppure dire ma non potevate scegliervelo meglio, il simbolo, perché ti rispondono che sei tu a essere stronzo.
Ma nessuno che rinunci allo smartphone (neppure lei) o all'aria condizionata. In ogni caso la notizia è che Greta torna a scuola. Ecco, un'altra cosa che non potevi dire è: perché questa qui non va a scuola? Una che ti dice che si è presa un anno sabbatico per andare a salvare il mondo. Io mai sentito uno studente che si prenda un anno sabbatico. Immaginatevi se lo facessero tutti: mamma, papà, io vado a salvare il mondo, mi prendo un anno sabbatico. Mai sentito, casomai sono i professori che se lo prendono.
Che poi il mondo l'ha salvato? Di sicuro ha salvato il fatturato di tutte le società green che le stanno dietro. Ma tutti rispondevano: ma lei è un'attivista! Proprio per questo, attivati dopo. Finisci le superiori, ti iscrivi all'università, magari in fisica o climatologia o entrambe, prendi una laurea, prendi un dottorato, produci delle pubblicazioni su riviste scientifiche importanti, diventi una figura di riferimento, e poi se vuoi diventi il simbolo di quello che ti pare.
Eh no, vuoi mettere avere come simbolo un'Heidi svedese figlia di ricchi che non si pone neppure il problema di come farebbero i paesi del terzo mondo a rinunciare al carbone, che le frega. Meglio andare a fulminare Donald Trump con il suo sguardo da Chucky la bambola assassina. Riuscendo nel mio caso a sortire appunto l'effetto opposto: per quanto mi sia antipatica l'indifferenza di Trump al cambiamento climatico, per quanto io non sopporti Trump, mi sta più sulle scatole Chucky.
Sarà che sono allergico a ogni retorica sulla bellezza della natura e sull'uomo occidentale cattivo, che non è altro che il solito mito del buon selvaggio di Rousseau, antimoderno e anticapitalista. Sarà che già a vederla sulla biciclettina con lo zainetto sulla spalla e quella faccetta sorridente da pupazzo ecologico Ikea mi fa venire i nervi. Sarà che non si capisce neppure perché si metta la mascherina, il Covid-19 appartiene alla natura che lei tanto ama, quindi come bisogna salvare i delfini e i cormorani dalle petroliere bisogna anche proteggere il povero virus.
Solo perché non è carino come un delfino non vogliamo permettergli di diffondersi liberamente? Io ogni caso festeggiamo il suo ritorno a scuola. Magari, studiando, imparerà a scrivere, così il secondo libro sarà un po' meglio del primo, dove c'erano per lo più figure. Una cosa è certa: si annoierà tantissimo a stare sui libri dopo essere andata a salvare il mondo sulla barca di un principe.
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