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Open Fiber e Fibercop ai ferri corti Stop all’accordo commerciale
Estratto dell’articolo di Andrea Biondi per “il Sole 24 Ore”
Al dossier le due società erano al lavoro da tempo, con Fibercop che aveva bussato alla porta di Open Fiber per garantirsi l’affitto di qualcosa come un milione di linee nelle aree nere del Paese. Spettatore interessato Tim, che di quella copertura ha bisogno e che questa necessità aveva segnalato, nero su bianco, a inizio agosto alla stessa Fibercop, risultata mancante di quelle linee.
Quella porta però, a quanto ricostruito dal Sole 24 Ore, Open Fiber ha deciso di chiuderla. Motivo? Principalmente (ma non solo) per la decisione di Fibercop di dichiarare interesse alla copertura di civici in aree in cui al lavoro c’è la stessa controllata di Cdp (60%) e Macquarie (40%).
Sono evidentemente ai ferri corti le due società, entrambe con presenza statale e in particolare del Mef, che ha un piede in Open Fiber in quanto azionista di Cdp all’83% circa, ma anche in Fibercop, dove ha circa il 16% alle spalle del principale azionista (che è il fondo Usa Kkr con il 37,8 per cento).
Fino a qualche settimana fa le società wholesale per le quali gli analisti immaginano un futuro comune (e se questo accadesse entro 30 mesi dalla vendita della rete da parte di Tim , avvenuta lo scorso luglio, questo vorrebbe dire una somma aggiuntiva per Tim) stavano trattando sulla richiesta di Fibercop di poter utilizzare linee di Of.
Dietro alla richiesta della società che fa capo a Kkr ci sarebbe la necessità di soddisfare le esigenze di copertura di Tim. Il 2 agosto la compagnia telefonica guidata dall’ad Pietro Labriola avrebbe spedito una missiva diretta a Fibercop. Questo, sulla base delle previsioni del Master service agreement (Msa) e indicando gli obiettivi di copertura attesi entro 3 mesi. Il che vuol dire che dal 3 novembre, stando così le cose, Tim verrebbe a trovarsi con le mani libere per stringere accordi commerciali con Open Fiber o comunque con altri operatori.
In questo quadro il milione di linee circa richieste a Open Fiber […] risultava funzionale a questo scopo. Va detto che la trattativa commerciale di per sé non era da considerare semplice. Le due società avrebbero in tal senso verificato una grande distanza fra domanda e offerta, con un corrispettivo economico proposto da Fibercop che Open Fiber avrebbe giudicato troppo basso. Ad ogni modo a far saltare il banco è arrivato il tema delle aree grigie, quelle del Piano Italia a 1 Giga e finanziate con i fondi del Pnrr.
I lavori di cablatura in queste aree – quelle a parziale fallimento di mercato – devono essere completati entro il 30 giugno 2026. […]
Il cortocircuito fra le due società della rete è disceso dalla richiesta, sulla base di un emendamento poi diventato legge, di sostituire civici risultati troppo lontani. Open Fiber per le sue aree ha indicato 96mila civici sostitutivi e Fibercop, per i suoi lotti, nessuno. Salvo poi farsi avanti (come anticipato sul Sole 24 Ore del 10 ottobre) per 40mila nelle aree di Of. Si è trovato così realizzato lo scenario paventato da Open Fiber in una dura lettera (si veda Il Sole 24 Ore del 28 settembre).
Ora l’attesa del mercato è per il responso di Infratel riguardo alla rispondenza delle dichiarazioni rese in consultazione e i piani industriali dei dichiaranti. Ma per Open Fiber si sarebbe trattato di un’entrata a gamba tesa solo per creare difficoltà alla società, diminuendone il valore in ottica di una futura eventuale fusione.
Peraltro con una richiesta che striderebbe con la narrativa che vede Open Fiber a corto di cablatura e invece avvicinata da Fibercop che ha chiesto linee in affitto. In questo quadro allo studio di Open Fiber ci sarebbe […] anche un possibile ricorso al Tar […]
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