DAGOREPORT
Per i giornalisti progressisti e correct italiani c’è un lusso ammissibile, come il cachemire di BertiNight (e di BerSani), la barca di D’Alema e, ora, la vacanza a Cinquestelle del Cinquestelle Conte e poi, c’era quel lusso e divertissment inammissibile per un politico non presidente del Consiglio e non capo di un partito: quello di Gianni De Michelis.
“Onto, onto” (cioè unto, ovvero dai capelli sporchi) gli gridavano i compagni veneziani che volevano buttarlo in un canale. Ve lo ricordate? Ve lo ricordate quando morì? La foto di lui descamisado in discoteca (inammissibile lusso): “Non è stato un equivoco”, disse Claudio Martelli, “lo si è voluto ricordare così”, con il calice di champagne, come “avanzo di balera” così come lo aveva soprannominato Enzo Biagi. “Sì, andavaa ballare, e allora? Mica passava le sue giornate: stiamo parlando di un personaggio che aveva intuizioni straordinarie, come quella dei giacimenti culturali”.
conte e olivia a cortina by osho
Ma nel caso di De Michelis e dei socialisti, il lusso e l’estetica si prendevano tutto il giudizio dei giornalisti progressisti. Ecco Laura Laurenzi (Repubblica 27-2-1993): “È vero, o è solo una favola, che ha segretamente investito molto del suo danaro in un magnifico quadro di Renoir? E’ vero, o la sua era solo una battuta, che ha in animo di andare a vivere a Hong Kong? Lo disse durante una cena a otto al ristorante Il Tentativo di Roma, a Trastevere, mangiando ostriche”. E chi pagava?
Sentiamo Gian Antonio Stella (“Corriere della Sera”, 16-11-99, titolo: “De Michelis fa il censore dei moralisti”). Descrizione: “Aveva le mutande Eminence, le cravatte Hermes, i calzini Schostal che gli comprava il fedele Luigino Esposito, il mitico portiere del Plaza, perché tanta esuberanza adipica fosse griffata anche sotto i vestiti Caraceni. E il conto che l’albergo scoprì essere in sospeso al momento della caduta del potentissimo ospite. Ammontava per gli ultimi 29 mesi a 490 milioni: 563 mila lire al giorno. Un po’ per la suite scontata (190 mila), il resto (373 mila) per gli extra: pranzi, cene, tartine e champagne per allietare talvolta un paio di amiche o Deborah Caprioglio, di cui resta immortale una dichiarazione: ‘’Ho riempito di Paprika la cenetta del ministro’’. Chi l’avesse pagata, la cenetta, non si sa”.
E avanti. Non disdegnava il solito Bolognese non soffre di “alcuna forma di anoressia”, ordina rapidamente e altrettanto rapidamente mangia; “verso il cibo, come verso il sesso osservano gli amici, ha un rapporto vorace e distratto”.
Ed ecco la descrizione, politologica, dei socialisti fatta da Barbapapà Scalfari (“la Repubblica”, 24 luglio 1983): “Martelli è il giovane, che tiene ambo le chiavi... Gianni De Michelis, un corpo imponente, una testa da imperatore romano dell’etàargentea, che te lo vedi perfettamente a suo agio nelle stanze palatine di Adriano o al banchetto d’un Trimalcione…”.
Giuseppe Conte all’Opera Cardinal Ferrari per la prima alla scala
Tanto per rinfrescare la memoria, “la Repubblica” è il giornale sul quale oggi Stefano Cappellini scrive: “Davvero con tutti gli argomenti per biasimare piroette e incoerenze di Giuseppe Conte c'è bisogno di attaccarsi al fatto che soggiorni in un hotel a cinque stelle di Cortina? Ma che accusa è?”.
Tanto per rinfrescare la memoria, il “Corriere della Sera” è il giornale sul quale oggi Massimo Gramellini scrive: “Se poi sei il capo dei cinquestelle e ozieggi a Cortina in un hotel omonimo, vieni costretto a giustificarti neanche ti fossi pagato la vacanza taglieggiando i percettori del reddito di cittadinanza”. Così ieri (su De Michelis) e così oggi, sull’ex presidente del Consiglio e leader di un partito a sinistra del Pd, Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE CON IL CUOCO DEL GRAND HOTEL SAVOIA DI CORTINA DAMPEZZO
DALEMA AL PORTO DELLA MADDALENA CON LA BARCA CHE BATTE BANDIERA INGLESE LELLA E FAUSTO BERTINOTTI LELLA e FAUSTO BERTINOTTI BERTY NIGHTS FEVER