Franca Giansoldati e Fabio Rossi per “il Messaggero”
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Diecimila immobili, magari, saranno difficili da censire. Ma il Campidoglio, in realtà, non partirebbe proprio da zero, nella partita sul recupero dell'Imu non versato per le strutture commerciali di proprietà della Chiesa. E così mentre dal Vaticano arriva un assist al Comune di Roma - sotto forma di un conteggio degli immobili di proprietà della Santa Sede - si scopre che a Palazzo Senatorio già da tempo c'è una lista di circa 300 strutture ricettive di enti e congregazioni religiose. Case vacanza e B&b, ma anche veri e propri alberghi con tutti i comfort, con tariffe comprese tra i 100 e i duecento euro per notte.
FUORI REGOLA
Di queste strutture, 233 risulterebbero non in regola con il pagamento delle imposte locali, da quelle sulla proprietà alla tariffa rifiuti: un potenziale contenzioso da 19 milioni di euro che rientra nel conto dal 200 milioni annui di potenziali incassi per Roma Capitale stimati nel 2016 proprio dal M5S, durante la campagna elettorale che ha condotto Virginia Raggi sul colle capitolino.
A mettere in fila queste strutture è stato il deputato radicale Riccardo Magi, pescando tra quelle censite sul sito del dipartimento turismo del Campidoglio e accertando la loro posizione contributiva con gli stessi uffici comunali. Insomma, una lista già pronta a cui poter presentare i conti arretrati. Tanto che a Palazzo Senatorio c'è chi teme un danno erariale: «Roma Capitale potrebbe essere chiamata a recuperare quanto non richiesto», si legge in verbali interni all'amministrazione.
IL CENSIMENTO
Al di là del Tevere, intanto, monsignor Nunzio Galantino, a capo dell'Apsa, l'ente finanziario al quale fa capo il patrimonio immobiliare della Santa Sede, è intervenuto per spiegare per l'ennesima volta che il Vaticano ha fatto e sta facendo la sua parte, non solo pagando regolarmente le tasse dovute al Comune e sborsando ogni anno oltre 9 milioni di euro per l'Imu, ma ultimando il primo conteggio degli immobili vaticani che sia mai stato fatto. Un importante studio che l'arcivescovo ha messo in cantiere proprio ai fini della trasparenza.
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In pratica entro qualche mese sarà finita la mappatura finale di tutte le proprietà che il Vaticano possiede a Roma e in tutta Italia. I dati con ogni probabilità verranno pubblicati sul sito istituzionale. «Noi non abbiamo nessun motivo per essere opachi» ha affermato l'arcivescovo, precisando che questa ricerca innovativa ha richiesto tante energie e tempo. Un passaggio resosi necessario per la determinazione e il controllo degli asset.
IL PROBLEMA
Tuttavia il problema della classificazione e della composizione del patrimonio ecclesiastico appartamenti, edifici, stabili, negozi, capannoni, palazzi, terreni, centri commerciali, ostelli resta purtroppo aperta e non per colpa del Vaticano ma degli ordini religiosi. Monsignor Galantino spiega che ogni ente religioso avendo una propria una personalità giuridica, di conseguenza, è indipendente nella gestione economica.
«Il che significa, per farla breve, che non vengono a comunicare i bilanci a noi. Non sappiamo nulla di quello che fanno. Sono autonomi in tutto e per tutto, e non li possiamo nemmeno controllare». In passato su disposizione di Papa Francesco era stata diramata una sorta di comunicazione interna rivolta a tutti gli ordini religiosi residenti in Italia ad essere più coerenti e trasparenti possibili nella propria amministrazione. Sono anche stati organizzati dei corsi annuali rivolti agli economi degli ordini, al fine di aggiornarli sulle legislazioni, le modalità fiscali e dare ad ognuno di loro gli strumenti conoscitivi per svolgere il compito. «Ma più di questo non possiamo fare».
IL PUZZLE
vista panoramica della cupola di san pietro dalla terrazza dell atlante star hotel
Il problema che affiora dalle parole di monsignor Galantino fa riferimento al vastissimo arcipelago degli ordini religiosi sia maschili che femminili presenti in Italia. Un vero ginepraio. Francescani, cappuccini, gesuiti, salesiani, vincenziani, maristi, domenicani, calasanziani, ai quali si aggiungono i rami femminili (molto più numerosi) che, nel corso dei anni hanno anche subito sdoppiamenti giuridici o accorpamenti.
Probabilmente nemmeno la Congregazione dei Religiosi ha un elenco completo del caotico mondo religioso, peraltro sottoposto ultimamente a veloci mutamenti ed accorpamenti per la drastica mancanza di vocazioni. Monsignor Galantino ha studiato però il problema della mappatura finale e l'unico suggerimento concreto (e attuabile) che si sente di fare arrivare al Campidoglio è quello di lavorare sul Catasto. «Lì ci dovrebbe essere tutto, i riferimenti, le modifiche, i passaggi». Ma si tratta di tirarsi su le maniche e iniziare a comporre davvero un puzzle macchinoso.
piazza san pietro NUNZIO GALANTINO papa francesco e virginia raggi 7