COSA FARANNO PD E M5S A ROMA? SIAMO SICURI CHE RAGGI&CO DOPO ESSERE STATI CANNONEGGIATI PER ANNI DAI DEM AL SECONDO TURNO DIROTTERANNO I LORO VOTI SU GUALTIERI NEL CASO IN CUI VADA AL BALLOTTAGGIO CON MICHETTI? – C'È CHI PARLA DI RAPPRESENTANTI 5STELLE NELL'IPOTETICA GIUNTA DELL'EX MINISTRO DEM. IL PATTO (A META’) TRA PD E GRILLINI...
ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO
IL CENTROSINISTRA PUNTA TUTTO SUI BALLOTTAGGI "LA VERA INCOGNITA SONO GLI ELETTORI 5 STELLE"
Carlo Bertini per “La Stampa”
«Quando ci si divide, si aiutano Meloni e Salvini, dove si stanno chiudendo le liste, i 5stelle ci pensino bene». Francesco Boccia, uomo forte di Enrico Letta lungo lo stivale, gira come una trottola a tre giorni dal gong delle amministrative.
giuseppe conte roberto gualtieri peppe provenzano
E lancia un avviso per le ultime pratiche da chiudere, «leggi quella di Rimini, dove i grillini fanno un errore ad andare soli, o quella di Cosenza»: avvertimento che vale anche per Matteo Renzi e Carlo Calenda a Roma, che giocano a far vincere la destra, secondo i dem più inferociti. È il refrain del cosiddetto «voto utile», il richiamo a mettere la croce sul candidato Roberto Gualtieri e non sprecare suffragi a vantaggio del nemico.
I sondaggi infatti danno il centrosinistra vincente nei ballottaggi a Roma, testa a testa invece a Torino, vincente dal primo turno a Napoli, Milano e a Bologna. Ma la scaramanzia regna sovrana e tutti a dire che «si parte da due città governate da noi, Milano e Bologna e che dove si va uniti, da Renzi ai 5stelle, come a Napoli, «non c'è partita».
La vera incognita è la risposta degli elettori grillini al secondo turno, quando a giocarsi la faccia contro le destre saranno i candidati dem. Primo turno, leggi primarie L'avviso di Boccia in realtà vale dunque soprattutto per i ballottaggi. Il primo turno infatti, specie in città come Roma e Torino, si tradurrà in una «giornata di primarie per il centrosinistra», per dirla con un dirigente capitolino: che cita il caso di Gualtieri, Calenda e Raggi, dati nei sondaggi del Pd al 27, 20 e 11 per cento ciascuno.
Contro un Michetti portabandiera del centrodestra, al 32 per cento. Dopo il primo round, «dove la destra pescherà tutto ciò che può perché va unita da subito», il test di una futura alleanza politica giallorossa saranno i ballottaggi: al di là di quel che diranno i vari Grillo, Conte e Di Maio, si vedrà se il bacino si allargherà.
enrico michetti roberto gualtieri virginia raggi carlo calenda foto di bacco (3)
«E bisognerà vedere se i grillini voteranno per i candidati Pd, visto che i nostri sono avanti nei sondaggi ovunque», dicono i big dem. Questo il timore alla vigilia della tornata di amministrative: capire se gli elettorati giallorossi possano fondersi. Nei rispettivi quartier generali, si aspettano i numeri che usciranno nella capitale, ma anche a Torino, dove Pd e M5s partono divisi e distanti da anni di guerriglie. Solo dopo si capirà come unire le forze.
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Nessuno ne ha parlato tra i rispettivi staff, ma nessuno può escludere che Letta e Conte possano organizzare insieme una o più iniziative elettorali per il secondo turno: sarebbe un segnale nettissimo di scelta di campo, ma bisognerà vedere se il neo leader grillino avrà la forza per farlo. Anche a Milano ad esempio manca un accordo con i 5stelle al primo turno, ma Sala potrebbe tentarlo se finisse al ballottaggio.
Quindi il bisogno di un segnale dall'alto sarebbe molto forte. Cauta speranza Fatto sta che l'aria che tira alla vigilia è di cauta speranza, mentre gli strateghi lanciano parole d'ordine. «Prossimità, ovvero stare vicini alla gente e stare nelle periferie», sono quelle di Letta, il quale in agosto non si è fermato un giorno nel suo tour dei comuni senesi e nelle città.
Il leader Pd l'altra sera era a Torino, in settembre batterà palmo a palmo non solo il suo collegio di Siena (dove i grillini pare lo appoggino convinti) ma anche le metropoli. Per tenere il partito unito ha bisogno che il test matrimoniale con i 5stelle si riveli efficace e su questo test si gioca molta parte della sua leadership.
carlo calenda roberto gualtieri enrico michetti foto di bacco
«Abbiamo unito ovunque il centrosinistra - fa notare Boccia - a differenza del 2016, quando a Roma e Torino Fassina e Airaudo erano in liste alternative a quelle del Pd. La stagione di autosufficienza arrogante che portò al crollo nel 2016 e nel 2018 è alle spalle», taglia corto Boccia riferendosi a Renzi. «In molte città, Bologna, Napoli, la Calabria e altri 30 comuni con più di 15 mila abitanti abbiamo chiuso l'alleanza con i 5stelle. Due anni fa nessuno ci avrebbe creduto»