Estratto dell’articolo di Fr. Bas. per il “Corriere della Sera”
Gli aiuti di Stato come uno degli strumenti principali per contrastare il maxi piano Usa di sussidi all’industria verde crea preoccupazione nella maggior parte degli Stati membri. E per una volta Italia e Olanda — la capofila dei Paesi frugali — si trovano dalla stessa parte della barricata: l’allentamento delle regole non deve mettere a rischio il mercato interno, che è la vera forza economica dell’Ue.
Per l’Italia la semplificazione non deve trasformarsi in un «lasciapassare» per tutti, serve flessibilità ma l’intervento deve essere mirato e proporzionato.
Berlino vorrebbe mano libera, ha la potenza di fuoco necessaria. E sulle sue posizioni c’è anche la Francia, ma questa volta non i Nordici. L’Italia non ha spazio di bilancio, così come Spagna e Portogallo. L’Olanda, come la Svezia e gli altri Paesi nordici sono invece contrari a un eccesso di interventismo pubblico nell’economia.
In un non-paper L’Aja spiega che «i Paesi Bassi esitano ad ampliare troppo il quadro degli aiuti di Stato, in particolare per quanto riguarda gli aiuti alla produzione. La parità di condizioni nel mercato unico è già sotto pressione».
Sulle conclusioni del Consiglio europeo relative agli aiuti di Stato si sono confrontate ieri le diverse visioni, con lo sforzo di Roma di restringere il più possibile la lista dei settori chiave per l’economia verde, per evitare svantaggi competitivi tra i Paesi Ue. Sulla creazione di un fondo sovrano e la riforma del Patto di stabilità restano invece le distanze tra Olanda e Italia. Ma su questi temi la partita vera sarà in marzo.
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