Francesco Grignetti per “la Stampa”
Intercettazioni, stavolta si cambia sul serio. Il governo ha licenziato un decreto che sdogana la riforma di Andrea Orlando, congelata negli ultimi 18 mesi. Tra due mesi, considerato il tempo minimo perché alcune procure siano pronte ad applicare una legge che era stata votata nella scorsa legislatura. E ora procedono di pari passo le intercettazioni con lo stop alla prescrizione.
giuseppe conte alfonso bonafede
Due i capisaldi della riforma: ci sarà un' infrastruttura digitale negli uffici giudiziari dove le intercettazioni verranno realizzate e conservate, sotto la responsabilità del pm; il giudice, sentita la pubblica accusa e la difesa, stabilirà quali sono le intercettazioni penalmente rilevanti (che saranno trascritte, finiranno negli atti conseguenti e potranno essere pubblicate) e quali non rilevanti (non trascritte e non pubblicabili, perché inutilmente invasive della privacy).
«Ci saranno maggiori garanzie per trovare un punto di equilibrio tra l' esigenza delle indagini, la tutela della riservatezza e il diritto di difesa», annuncia soddisfatto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
andrea orlando e giuseppe conte
La riforma andrà in vigore con alcuni aggiustamenti su cui i partiti di maggioranza hanno trovato un accordo nei giorni scorsi. Primo: sarà il pubblico ministero, e non più la polizia giudiziaria come previsto inizialmente, a selezionare il materiale per stabilire quali siano le intercettazioni di rilievo per le indagini. Secondo: i difensori potranno avere accesso, per via telematica, a tutto il materiale di intercettazione depositato, senza i limiti disposti nella versione precedente. Terzo: il giornalista che pubblica l' intercettazione non rischia più di essere incriminato per violazione di segreto d' ufficio. Quarto: i virus-spia Trojan potranno essere utilizzati per reati puniti con pene sopra i 5 anni.
Il Pd accoglie con soddisfazione lo sblocco della riforma. Dice Walter Verini, responsabile Giustizia: «Si tratta di una riforma importante non solo per il Pd che l' ha sostenuta, ma per il Paese. É nell' insieme una norma di civiltà».
andrea orlando e nicola zingaretti
Contrarissima l' opposizione, che si appella al Capo dello Stato. «Fermi il violento ed incostituzionale aggiramento del Parlamento. Al di là del merito, difettano totalmente i requisiti di necessità ed urgenza. Se fosse un giorno la Consulta a dichiarare incostituzionale il decreto, verrebbero travolte tutte le intercettazioni nel frattempo effettuate, con pesantissimi effetti sui processi», dichiara Enrico Costa, Forza Italia.
Risposta indiretta di Bonafede: «Il provvedimento farà il suo iter parlamentare per la conversione, ma c' erano atti che non potevamo ritardare, perché si mettevano a rischio tutte le indagini in corso nelle varie procura italiane».
Nel decreto ci sarà infatti una norma transitoria che darà indicazioni precise rispetto alle indagini tuttora in corso, per cui valgono le regole attualmente in vigore. Le nuove regole si applicheranno a tutte le iscrizioni di notizia di reato posteriori al 29 febbraio.
«Siamo pronti all' esame di un provvedimento fondamentale e urgente, come ha spiegato il ministro, per non mettere a rischio il lavoro in corso delle procure», avverte Francesca Businarolo, M5S, presidente della commissione Giustizia.