ITALIA DA RECOVERY! GLI OBIETTIVI DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA SONO RAGGIUNTI. MA LA VERIFICA FINALE LA DOVRÀ FARE L'UE E SERVIRÀ ANCORA UN PO' DI TEMPO: COSÌ LA PRIMA RATA DA 24,1 MILIARDI ARRIVERÀ SOLO NEL MESE DI MARZO - DRAGHI HA ESORTATO I MINISTRI A "NON ADAGIARSI", RICORDANDO CHE MOLTI DEI PROVVEDIMENTI PREVEDONO UNA DELICATA FASE DI ATTUAZIONE. I MINISTERI E LE ALTRE AMMINISTRAZIONI NON AVRANNO MOLTO TEMPO PER RALLEGRARSI VISTO CHE...

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LUCA CIFONI per il Messaggero

 

PAOLO GENTILONI E MARIO DRAGHI PAOLO GENTILONI E MARIO DRAGHI

Gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono raggiunti. Ma la verifica finale la dovrà fare l'Unione europea e servirà ancora un po' di tempo: così la prima rata da 24,1 miliardi arriverà probabilmente solo nel mese di marzo. Ieri con le firme del ministro dell'Economia Daniele Franco e del commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni sono stati perfezionati gli accordi operativi che definiscono appunto le procedure di verifica per questa tranche e per le successive. Ora l'Italia può inviare la sua richiesta di pagamento; la Commissione avrà due mesi per adottare la valutazione preliminare da trasmettere al Comitato economico e finanziario del Consiglio, che avrà a sua volta un mese per adottare la sua opinione.

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

Quindi l'esecutivo convocherà una riunione del comitato di esperti per approvare la decisione della Commissione: a quel punto potrà essere concretizzato il pagamento effettivo. La prima rata si compone nel dettaglio di 11,5 miliardi di sovvenzioni e di 12,6 miliardi di prestiti che dovranno essere restituiti: il nostro Paese a differenza di altri ha scelto di avvalersi in pieno di entrambe le componenti del Recovery Plan. Va ricordato che nel mese di agosto è già stato erogato un prefinanziamento di importo analogo a quello della prima rata.

 

LA CORSA La corsa agli obiettivi con scadenza 31 dicembre è stata frenetica fino alle ultime ore e probabilmente è ancora in corso per qualche dettaglio finale. Lo stesso Mario Draghi, dopo aver annunciato con soddisfazione i risultati raggiunti, ha esortato i ministri a «non adagiarsi», ricordando che molti dei provvedimenti approvati fino a questo momento, a partire dalle cruciali riforme del processo civile e penale, prevedono una delicata fase di attuazione che andrà seguita passo passo per non vanificare gli sforzi fatti fin qui. Ma per il Pnrr davvero gli esami non finiscono mai: i ministeri e le altre amministrazioni non avranno molto tempo per rallegrarsi di aver archiviato target e milestone in programma per quest' anno, visto che dovranno iniziare ad inseguire quelli del prossimo, con la prima batteria da centrare entro il 30 giugno. In tutto si tratta di altri 102 obiettivi, che permetteranno di accedere alle successive rate per un importo complessivo di 40 miliardi nell'anno.

 

mario draghi 2 mario draghi 2

LA MISURAZIONE Il programma è impegnativo anche perché a differenza di quanto avvenuto finora non si tratterà soltanto di adottare provvedimenti ma anche di iniziare a conseguire risultati effettivi, misurabili sul piano quantitativo. Ma ci sono anche molte riforme da portare a termine: per la precisione sono 66, di cui 23 vanno attuate con leggi vere e proprie e altri 43 con atti normativi secondari, ovvero sostanzialmente provvedimenti attuativi dei ministeri. Intanto il processo di attuazione e verifica del piano si allarga alle parti sociali. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini Sbarra e Bombardieri, hanno firmato un protocollo con il presidente del Consiglio, la cui finalità è l'attivazione di «tavoli nazionali di settore finalizzati e continui nei quali sia dato conto delle ricadute sociali, economiche e occupazionali degli investimenti»

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