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Jena per la Stampa

Non ci sono soldi per la sanità, dice Meloni. Praticamente un memento mori.

 

MELONI

Claudia Luise per la Stampa - Estratti

sergio mattarella giorgia meloni sergio mattarella giorgia meloni

(...) La premier Giorgia Meloni svicola dalle richieste dei governatori - che compatti vorrebbero più fondi - e risponde a distanza anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lunedì ha indicato la sanità pubblica come una priorità da custodire.

 

In una piazza Carignano blindata, non si sottrae alle domande ma anzi, torna indietro per puntualizzare i concetti già espressi nel suo lungo intervento. Mattarella aveva auspicato «risorse adeguate» e la speranza, espressa pure dal leghista Massimiliano Fedriga che presiede la Conferenza delle Regioni, era di strappare un impegno per ottenere più fondi nella legge di Bilancio.

 

sergio mattarella giorgia meloni sergio mattarella giorgia meloni

Meloni invece risponde: «L'obiettivo principale per ognuno di noi è la sostenibilità del sistema sanitario ben sapendo che ci muoviamo in un contesto complesso, che vede l'incremento dell'età media e l'aumento delle patologie collegate, il costo elevato di farmaci innovativi e diversi altri fattori», premessa necessaria per poi aggiungere che «è miope concentrare la discussione tutta sulle risorse.

 

Serve, invece, un approccio più profondo, con una riflessione con coraggio, lealtà e verità anche su come le risorse vengono spese».

 

Il messaggio, quindi, è che «non basta necessariamente spendere di più se poi le risorse vengono spese in modo inefficiente». Una mezza apertura è arrivata quando ha assicurato che «anche se ci sono margini limitati, eredità di una politica con orizzonti brevi e che ha assunto scelte più facili ma meno ragionate, non vogliamo rinunciare ad abbattere le liste d'attesa e a potenziare il personale».

 

Alla fine, tranquillizza, «il governo sta lavorando per garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini, siamo aperti e pronti a qualsiasi tavolo di confronto per capire quali siano le modalità migliori per perseguire questo obiettivo, nella condizione in cui siamo chiamati ad operare».

 

giorgia meloni sergio mattarella giorgia meloni sergio mattarella

Parole che hanno scatenato la reazione infuriata delle opposizioni, a partire dalla segretaria Pd Elly Schlein: «Anziché ravvedersi sui tagli previsti per la Sanità Meloni continua a prendere in giro le persone, comprese quelle che l'hanno eletta. Dire che la sanità è una priorità ma che l'impegno non si misura sui soldi messi a disposizione è la beffa dopo il danno.

 

Noi pretendiamo che questo governo investa i fondi necessari». E aggiunge: «Che questa manovra porti il Servizio sanitario nazionale sull'orlo del baratro non lo dice il Pd ma Gimbe, una fondazione indipendente». Il leader del M5S, Giuseppe Conte, sottolinea che mentre «circa 4 milioni di italiani rinunciano a curarsi, medici e personale sanitario sono allo stremo e malpagati, Meloni dice candidamente che è "miope" concentrare l'attenzione sulle risorse investite in Sanità.

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Io credo che sia invece miope trascurare i problemi che affliggono i cittadini».

Prima di andare a rendere omaggio a Camillo Benso Conte di Cavour (il primo presidente del Consiglio dei ministri) lasciando un mazzo di fiori sul suo scranno al Parlamento Subalpino, la premier ha anche dettato i tempi sulle riforme.

 

«Abbiamo messo a punto la Nadef e stiamo per affrontare una legge di bilancio difficile. Il vantaggio che abbiamo è un orizzonte di legislatura: non dobbiamo fare tutto subito, ma passo passo. Si possono cadenzare gli interventi che sono tanti, mentre le risorse sono poche».

 

E ha lasciato intendere di voler tirare dritto sulla riforma costituzionale: «Siamo fondamentalmente pronti, penso che dopo la manovra finanziaria vorremmo procedere spediti. Quello che viene sarà l'anno delle riforme con cui intendiamo cambiare l'architettura istituzionale della Nazione». Anche perché la priorità è «dare agli italiani la possibilità di scegliere da chi farsi governare, evitare ribaltoni, giochi di palazzo e garantire la stabilità dei governi».

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